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ARRESTATO EX PROFESSORE ORCO: DALLA TRAPPOLA DELLA MUTANDA FINO AI RICATTI E ALLE ESTORSIONI

Prima di arrivare nel Potentin o, era stato già condannato in Lombardia. La Procura prosegue le indagini


POTENZA. Scuola e abusi sessuali: in carcere ex professore orco che adescò la sua vittima con la “trappola” della mutanda.

La vittima, però, non è soltanto una e, in più, il professore prima di arrivare in un Istituto della provincia di Potenza, aveva già riportato 2 condanne penali per violenza sessuale continuata su alcuni minori. Per questi altri episodi, i fatti si riferiscono a reati consumati al Nord, in provincia di Bergamo. Soltanto nel 2019, però, le sentenze sono diventate definitive così come l’interdizione perpetua da qualsiasi incarico nelle scuole di ogni ordine e grado.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, ieri, ha mandato in esecuzione un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere, emessa dal Gip del capoluogo, nei confronti di un ex professore, classe ‘71 e residente in provincia di Bari, gravemente indiziato dei delitti di violenza sessuale aggravata ed estorsione aggravata nei confronti di un minorenne del Potentino. L’uomo si trova ora nel carcere di Matera.

Per l’accusa, non solo l’ex prof. ha abusato delle vittime, ma si è fatto anche pagare previo ricatto. Alla locale Procura, il caso è stato trasmesso, per competenza territoriale, da parte di un’altra Procura della Repubblica che aveva, in prima battuta, acquisito la notizia di reato. Per gli inquirenti potentini, le indagini, condotte dall’Aliquota Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo che, in più occasioni, approfittando del proprio ruolo di educatore, avrebbe abusato di propri alunni, ed in seguito li avrebbe minacciati e ricattati.

Secondo il narrato della parte offesa, ritenuto attendibile dal Gip, è emerso che all’inizio del 2016, all’epoca in cui l’arrestato svolgeva un incarico di supplenza per insegnare “Diritto” in un Istituto superiore della provincia di Potenza, egli avrebbe invitato presso il proprio domicilio un suo studente, all’epoca minorenne, per aiutarlo a colmare le proprie lacune in alcune materie.

Dopo aver carpito la sua buona fede, nel corso di un successivo incontro, lo avrebbe toccato nelle parti intime ed avrebbe preteso che questi gli consegnasse la biancheria che indossava, per asserite sue “ricerche” in campo medico.

Poche settimane dopo questo episodio, il professore si era dimesso dal proprio incarico, ma avrebbe continuato ad inviare messaggi via whatsapp al suo ex studente, chiedendogli con frequenza anche settimanale di inviargli proprie immagini o filmati a contenuto sessuale, ottenendoli sotto la minaccia di divulgare quanto già in suo possesso. Nonostante il ragazzo avesse anche tentato di “bloccare” il contatto del suo ex professore, l’uomo lo avrebbe contattato con un numero diverso, ed avrebbe continuato con le medesime richieste. Dall’inizio del 2020, poi, l’arrestato avrebbe cominciato ad estorcere anche denaro al giovane, che attraverso 11 bonifici bancari gli avrebbe inviato complessivamente 3 mila e 660 euro sino al giugno del 2021.

Dalle indagini è stato possibile ricostruire, per l’accusa, che, sempre nel 2016 e insegnando nella medesima scuola, l’arrestato aveva carpito la buona fede anche di un altro suo alunno, all’epoca già maggiorenne. In quel caso, promettendogli di fargli conoscere un noto calciatore barese, lo avrebbe convinto ad inviargli più fotografie in cui indossava la sola biancheria. In quel caso, il ragazzo ne parlò con i propri genitori, e poi denunciò il suo professore.

A seguito della denuncia, e prima che venissero adottati provvedimenti disciplinari nei suoi confronti, il professore si dimise dall’incarico nel febbraio 2016, continuando comunque a minacciare il ragazzo al fine di fargli cambiare atteggiamento nei suoi confronti. La denuncia, iscritta per il reato di atti persecutori, fu poi archiviata nel febbraio 2020, a seguito del raggiungimento di un accordo per una soluzione stragiudiziale, e della remissione della querela da parte del giovane.


I PRECEDENTI

Le indagini, inoltre, hanno fatto emergere come il professore non sarebbe nuovo a questo tipo di condotte. Dalla consultazione del suo certificato del casellario giudiziale, sono emersi altri 2 episodi, avvenuti in provincia di Bergamo nel 2006 e nel 2009, all’epoca in cui egli aveva ottenuto lì l’incarico di insegnamento.

Per quegli episodi, nel 2013 e nel 2014 ha riportato due condanne da parte della Corte d’Appello di Brescia, per violenza sessuale continuata su alcuni minori, rispettivamente ad 1 anno e 4 mesi e di 1 anno e 6 mesi di reclusione, con l’interdizione perpetua da qualsiasi incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in strutture frequentate da minori.

Le condanne sono diventate definitive nell’ottobre 2019. Sino allora, il docente ha ottenuto nuovi incarichi quale supplente di “Diritto” o di “Laboratorio di scienze e tecnologie meccaniche”, dal 2017 al 2020 in provincia di Potenza, dal 2020 al giugno 2021 in provincia di Bari, quando in ragione dei suoi precedenti disciplinari e penali è stato licenziato.

Come precisato dalla Procura di Potenza, le indagini proseguono al fine di accertare eventuali responsabilità penali nelle condotte di chi, avendo il dovere di sospenderlo o licenziarlo in via definitiva, gli ha consentito di reiterare la commissione di reati grazie alla sua attività di insegnante sino al 2021, nonché per verificare se tra il 2015 ed il 2020 egli possa aver commesso gli stessi gravi reati nei confronti di altri suoi alunni.


 

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