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CONFCOMMERCIO: TASSO OCCUPAZIONE DONNE E “DIFETTI STRUTTURALI”

I punti limite dello sviluppo al Sud e in provincia di Potenza

Il tasso di occupazione delle donne nella fascia 15-64 anni al Sud “è precipitato al 33%” contro un tasso di occupazione del 59,2% al Centro-Nord e del 63% nell’Ue-27, ossia 30 punti indietro al resto dell’Italia e dell’Europa. Lo rileva il Centro studi di Confcommercio in un rapporto sul Sud e il Pnrr sui dati al 2019, in cui si sottolinea che addirittura in Basilicata il tasso di occupazione delle donne è al di sotto della media Sud.  La partecipazione delle donne al mercato del lavoro nel Mezzogiorno è “assurdamente bassa”, afferma il centro studi.

Ancora, il dato sempre allarmante è nei “Difetti strutturali del SUD”: una rappresentazione sintetica basata sulle componenti principali di gruppi di indicatori per ambiti omogenei. Il gap per infrastrutture e servizi, accessibilità a Tlc tra la provincia di Potenza e quella di Torino è più del doppio.

Le politiche per il riequilibrio territoriale – sostiene il direttore del Centro Studi Mariano Bella – dovrebbero passare da un piano di riduzione dei difetti strutturali del Mezzogiorno: controllo del territorio e contrasto alla micro-illegalità, digitalizzazione e innovazione nel rapporto burocratico tra cittadini e controparte istituzionale, investimento nell’istruzione di ogni ordine e grado, con ampio intervento su formazione e trasformazione continua delle abilità e delle competenze e, soprattutto, riduzione dei gap infrastrutturali di accessibilità, dai trasporti alla banda larga, che non permettono un’adeguata connessione socio-produttiva del Sud col resto del Paese e, soprattutto, con l’Europa”.

 Per Confcommercio, inoltre, il turismo è una risorsa da mettere a reddito guardando al rapporto tra spesa dei turisti stranieri nei territori e consumi complessivi nelle regioni. “Possiamo anche lasciare perdere il 2020 e guardare solo al 2019. Il Sud ha un rapporto che sta sotto della metà rispetto alle altre aree del Paese. E l’analisi è già finita: o smettiamo di dire che il nostro Mezzogiorno è una miniera di risorse culturali, artistiche, paesaggistiche, enogastronomiche, perché non è vero, oppure se è vero, ed è vero, dobbiamo metterle a reddito”.

“La crisi Covid ha indebolito ulteriormente il Mezzogiorno in termini di occupazione, capitale produttivo e reddito. Con il Pnrr è possibile recuperare il terreno perduto attraverso quasi il doppio degli investimenti pubblici che, se indirizzati presto e bene, attireranno anche ingenti risorse private rafforzando la filiera turistica”, ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.
Lo scenario complessivo – ha concluso Sangalli – è ancora incerto: da una parte non consente facili ottimismi e, dall’altra, richiede il massimo impegno da parte di tutti per rafforzare la crescita accelerando sugli investimenti del Pnrr. Un’occasione, forse irripetibile, di rilancio del Paese, soprattutto del Mezzogiorno, che non possiamo perdere”.

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