AttualitàBasilicata

SCADUTI DI NOME E DI FATTO

Consiglio, Cicala e Commissioni non hanno più poteri: la conferma dall’Ufficio legale


Decaduto per il mancato rinnovo, il Re non molla e la spara grossa: «Il parere dei legali della Regione è sbagliato»


POTENZA. La crisi della maggioranza inevitabilmente sembra ripercuotersi anche sull’azione amministrativa della Regione Basilicata. A subire maggiormente l’impasse è il Consiglio regionale. Il mancato rinnovo dell’Ufficio di Presidenza ormai scaduto da tempo e che vede a capo il leghista Carmine Cicala si ripercuote anche sugli altri organismi, come le Commissioni consiliari. Infatti, il rinnovo deve svolgersi tanto per gli incarichi dell’Ufficio di presidenza quanto per quelle delle Commissioni.

LA CONTESTAZIONE

Il presidente, ormai scaduto, Carmine Cicala, pare aver dato il via a una vera e propria paralisi amministrativa. E il tutto sarebbe dovuto alla mancata certezza di una possibile riconferma alla presidenza. In Consiglio sarebbero pochi quelli pronti a rivotare per il leghista.

Non caso lo stesso, per evitare una “bocciature” vorrebbe optare per un posto in Giunta. Il bubbone che però si trascina ormai da tempo, e che in queste ultime settimane è diventato sempre più evidente, è scoppiato di fatti in questi ultimi due giorni. Mercoledì durante la riunione dell’ufficio di Presidenza, il vice presidente Vincenzo Baldassarre (Fratelli d’Italia) ha fatto presente che come da regolamento si era superata abbondantemente la scadenza dell’organismo con annessa proroga (gli ulteriori 45 giorni dalla data di scadenza). Una scadenza che di conseguenza ricade anche sulle scelte dell’UdP.

A dare manforte alla segnalazione di Baldassarre anche l’altro vice presidente Mario Polese (Italia Viva) e il consigliere segretario Gianni Leggieri (M5S). Nonostante le rimostranze dei tre da Cicala non sarebbe giunta risposta. Alle sollecitazioni e alle preoccupazioni oggettive per la paralisi evidente che ricadrebbe sul Consiglio il leghista Cicala avrebbe risposto prendendo ulteriormente tempo e affermando che il parere dei legali della legione che avrebbero sollecitato (come spiegheremo più avanti) a ricostituire quanto prima gli organismi sarebbe sbagliato.

Per il Presidente “scaduto” il parere richiesto «è rivolto all’ufficio di presidenza delle Commissioni e non all’UdP» anche se lo stesso principio vale per entrambe gli organi. In più sostiene che la legge citata, la 444 del 1994 «si rivolge ad organi amminitsrativi e non agli organi legisltaivi previsti per costituzione. Pertanto si palesa un evidente errore di interpretazione ».

Insomma Cicala va contro i legali della Regione. In realtà serve tempo a Cicala per provare a trovare con gli uffici preposti il giusto escamotage per andare avanti in attesa che la maggioranza di centrodestra faccia sintesi sull’eventuale rimpasto di Giunta.

IL BLOCCO DELLE COMMISSIONI

Ma se nell’Ufficio di presidenza Cicala avrebbe cercato di arginare al meglio gli effetti, prendendo tempo, è stato durante le Commissioni di ieri che il problema è emerso con tutte le conseguenze del caso. Il dibattito si è acceso nella Prima Commissione presieduta dal leghista Pasquale Cariello.

A far riscontrare nuovamente il problema “tecnico- amministrativo” è stato il consigliere Baldassarre che ha ribadito, anche in questa occasione, come il mancato rinnovo delle Commissioni impediva l’approvazione di qualsiasi atto. Le uniche azioni che potrebbero svolgere le Commissioni sarebbero quelle ordinarie, vale a dire audizioni e lettura di atti. Ma nessuna approvazione. L’allarme lanciato da Baldassarre è stato subito confermato anche da altri consiglieri. Con la controversia in atto al leghista Cariello non è rimasto che prendere atto della questione e fermare i lavori. Ma prendendo la palla al balzo, considerati i malumori che sta vivendo la maggioranza e che sono stati certificati con una nota ufficiale della Lega che ha annunciato una verifica nella maggioranza, Cariello non si è lasciato sfuggire l’occasione di sottolineare come la crisi viene confermata anche Fratelli d’Italia.

IL PARERE DELL’UFFICIO LEGISLATIVO

Il caso sollevato nella Prima Commissione si è trascinato anche durante i lavori della Seconda Commissione. In questo caso però il presidente Luca Braia (Italia Viva) prima di procedere ai lavori ha chiesto un pare all’ufficio Legislativo del Consiglio regionale. Chiedendo se la Commissione era nella condizione di approvare gli atti iscritti all’ordine del giorno, in considerazione del fatto che la durata in carica dei componenti dell’Ufficio di Presidenza delle Commissioni è scaduto il 6 dicembre 2021. L’Ufficio ha precisato che «Secondo quanto recita l’articolo 22 del Regolamento interno del Consiglio, comma 6, ‘I componenti dell’ufficio di Presidenza delle Commissioni durano in carica trenta mesi’.

“La legge 15 luglio 1994, n. 444 all’articolo 3, comma 1 sancisce, ha ricordato l’ufficio Legislativo, che gli organi amministrativi non ricostituiti nei termini previsti sono prorogati per non più di quarantacinque giorni dalla scadenza del termine medesimo. In considerazione di ciò si fa presente che il temine è stato abbondantemente superato, per cui gli organismi, a parere di questo ufficio, vanno ricostituiti». Anche per l’ufficio Legisltaivo il problema esiste e sollecita a risolverlo quanto prima.

Non è solo una questione politica quella sollevata dal consigliere Baldassarre. Le Commissioni considerati organi amministrativi restano cosi paralizzati nella loro funzione di approvazione, in attesa che il centrodestra esca dal dedalo in cui si trova. Braia, infatti, preso atto del parere dell’ufficio legislativo nella Commissione di ieri ha proceduto alle sole audizioni.

SALTA ANCHE IL CONSIGLIO

In assenza di una adeguata risposta politica l’azione amministrativa si blocca del tutto. Oltre alla funzioni ridotte delle Commissioni la questione sollevata ieri ha strascichi anche sul Consiglio comunale. L’Assise che era stata fissata per martedì prossimo è stata rinviata a data da destinarsi. La mancata convocazione, saltata per “impegni presi in precedenza da alcuni consiglieri”, in realtà sarebbe una conseguenza di quanto accaduto nell’Ufficio di Presidenza e nelle Commissioni.

Se entrambi gli organismi non sono ritenuti validi dall’Ufficio legale della Regione e non possono svolgere a pieno le proprie funzioni di conseguenza neanche il Consiglio può fare lo stesso. Non resta che prendere atto che la politica mette in stallo le azioni della Regione


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