BasilicataBlogRubriche

L’UTILITÀ DELLE IDEE E LA NECISSITÀ DI FARE

Taccuino del sabato a cura di Enzo Santochirico


Al tredicesimo (numero e forte carica simbolica) taccuino è arrivato il messaggio atteso, anzi due, di cari amici, a distanza di poche ore. Il primo di Luigi, valente medico, dal generoso impegno nel volontariato, che, di fronte all’evidenziata discrasia fra vivacità della società e lentezze e ritardi della politica e delle istituzioni, chiede se c’è una soluzione e se non bisogna fare qualcosa e offre, come sempre, stimolanti suggerimenti.

Dopo, qualche ora, l’acuta e disincantata amica e collega Mariangela, assicurandomi la sua assidua lettura e facendomi i complimenti (il più bello è “anima indomita”), mi confessa che però le sfugge la meta dei taccuini: “dare consapevolezza a questa comunità dalle innumerevoli opportunità? Troppo utopistico”. E (sarà sempre per la cabala) non poteva mancare, l’indomani, il terzo messaggio, di Gianni, di chiara e pragmatica indole manageriale, che (anche lui) chiede a me e sé stesso quale può essere la prossima missione?

E, trovandosi all’estero, mi ricorda che fuori regione Matera riveste “un’importanza ed un riferimento inimmaginabile rispetto alle solite fiumare d’inchiostro di tanti tristi verghiani dei nostri quartieri”, un’icastica espressione che mi strappa il sorriso (con le scuse a Verga di cui ricorre il centenario della morte). Accade ogni sabato, dopo la diffusione del taccuino settimanale, che trascorro, molto volentieri in verità, un bel po’ di tempo a ricevere e rispondere a messaggi, telefonate o commenti su FB. E capisco che, dopo aver letto per due mesi e mezzo i miei taccuini, mi si chieda a che serva e cosa possa seguire a essi.

Avevo anticipato la risposta due settimane fa quando avevo sottolineato l’importanza del discorso pubblico e l’esigenza di animarlo, chiamando in causa anche gli intellettuali. D’altronde, a ben riflettere, anche nella capacità di rigenerazione e cambiamento che la città ha dimostrato nella sua storia recente, e che riassumevo con il dilemma dell’aragosta (rinnovarsi per non morire), le fasi di passaggio sono state sempre ispirate e accompagnate da pensieri e figure che le hanno saputo interpretare.

Ebbene, poiché penso che il 2019 sia uno spartiacque e che occorra un grande impegno e uno straordinario sforzo collettivo per raccogliere e riespandere tutte le potenzialità, cerco, come fanno tanti altri, in modi e forme differenti, di dare un contributo, anche per sollecitarne altri che possano farlo, meglio di quanto non sia capace io. Perciò in questi mesi ho ricordato tante iniziative, progetti, proposte, opportunità, cercando di evitare il vizio ricorrente dell’ipertrofia dell’ego, dell’individualismo, tanto più esorbitante e dannoso quanto più inconsapevole, vanaglorioso e inane.

Ed è anche un modo per sfuggire alle derive dell’“Era del singolo”, indagata dalla filosofa Francesca Rigotti, nel suo recente bel libro così intitolato, che fa smarrire il senso sociale dell’individuo, l’etica della responsabilità, la dimensione dell’uguaglianza.

E proprio le domande e le osservazioni dei miei amici, da cui sono partito, mi confermano che partecipare ad animare uno spazio pubblico e libero, in cui confluiscono idee e opinioni, è un dovere morale, un impegno etico, una responsabilità civica. E se suscita interrogativi e spinte ad andare anche oltre è ancora meglio, è il segno che produce effetti positivi anche quando la domanda arriva cruda e diretta: “Vabbé, che dobbiamo fare, cosa possiamo fare?”, come la pone Sandro, gioviale ed intraprendente architetto, dinanzi ad un’ottima birra, mentre si inaugura il nuovo locale di un pub cittadino, di cui ha curato deliziosamente gli interni, mentre idà luce e bellezza alle facciate cittadine.

Ecco, avverto l’estrema positività della volontà di cimentarsi, di fare, di esserci, di partecipare, ma mi chiedo anche se non é il segno di un’inquietudine, il sintomo di domande insoddisfatte, aspettative deluse, incertezza di prospettiva. Come trasformare le idee, le riflessioni, le opinioni, in azioni, opere, progetti non è facile dirlo, ancor meno farlo.

Non tutti abbiamo il ruolo o il potere di scegliere gli investimenti da fare, selezionare le priorità cui rispondere, destinare le risorse pubbliche ad interventi, adottare piani e programmi per la collettività. Ma non meno importante e oneroso è il compito di chi stimola, orienta, indirizza le scelte ed é fisiologico, fino ad una cera soglia, che vi sia attrito fra la prudenza dei primi e l’impazienza di questi ultimi.Individualmente c’è il tempo del pensiero e quello dell’azione, ma collettivamente sono entrambi essenziali. E chi vuole potrà organizzarsi, darsi forme più solide di impegno collettivo, creare e far parte di associazioni, gruppi politici, circoli culturali. Vale in generale, ma ancor più qui e ora, con un(a) capitale di grande valore, soprattutto quando sorge il timore che possa essere dissipato mentre continua a riscuotere successo all’esterno (aveva ragione Gianni).

Nell’assegnazione annuale degli Awards da parte di Booking, per il 2022 Matera ha meritato il primo posto tra le città più accoglienti del mondo. Questo riconoscimento riempie di orgoglio, ma carica di responsabilità sia chi osserva e discute pubblicamente sia soprattutto chi ha cariche e poteri pubblici, e sembra non cogliere occasioni e chances.

A maggior ragione ci tocca essere, ognuno nel proprio piccolo, segnalatori di opportunità, indicatori di direzioni, costruttori di progetti, disegnatori di prospettive, “architetti di idee” (altra gemma che mi dona Mariangela), confidando ancora che questi sforzi trovino ascolto. Anche quando, come accade all’ormai famosa aragosta, ci sono momenti in cui, dismettendo vecchie certezze e schemi, possiamo apparire più deboli e meno incisivi, ma è la condizione necessaria per creare nuovo futuro. Buon fine settimana


 

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti