LUCANI NEL MONDO: «SIAMO ALL’ANNO 0»
Il presidente del Centro Studi internazionali Lucani nel Mondo Scaglione rilancia il grido di allarme delle associazioni sui contributi “ostaggio” della Regione Basilicata
POTENZA. «Fondi che saltano, attività paralizzate, una rete che rischia di sfaldarsi, ritardi preoccupanti nella programmazione dei progetti sul Turismo di ritorno e delle radici mentre altre regioni corrono veloci, insensibilità verso i nostri corregionali in Italia e nel Mondo». È questo il pensiero di Luigi Scaglione, Segretario Organizzativo IV Conferenza PermanenteStato/ Stato/Regioni/PA/CGI E e Presidente Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo.
Amarezza e incredulità sono i sentimenti che Scaglione mostra all’indomani della notizia pubblicata da Cronache Lucane sulla pedita di quasi 300 mila euro di fondi per i lucani all’estero a causa dell’immobilismo della Regione Basilicata. Fondi che per Associazioni e Fondazioni dei rappresentanti lucani nel mondo sono ossigeno puro per permettere di costruire quella rete che non faccia dimenticare l’importanza delle radici. Eppure ormai da circa due anni per il rimpallo di responsabilità e la mancanza di azione amministrativa quei fondi destinati ai Lucani all’estero restano fermi in un cassetto.
Tra il presidente della Regione Basilicata Bardi e quello del Consiglio Cicala (anche presidente della Commissione regionale Lucani nel mondo) il caos regna sovrano a discapito di chi cerca di lasciare aperto quel rapporto indissolubile con la terra di appartenenza. A farsi portavoce di questo grido di allarme delle associazioni è il Presidente Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo che da sempre prova a mantenere vivo quel rapporto emblematico con tutti gli emigrati. Ma qualcosa negli ultimi tempi è cambiato portando questi rapporti ad assottigliarsi e incrinarsi tanto da portare Scaglione ha denunciare come si sia dinanzi a «una regressione che ci fa tornare indietro di 30 anni».
«Non è casuale che alla paralisi delle attività istituzionali della CRLM, seppur condizionata dal periodo Covid e nonostante le volontà più volte espresse di riavviarne la operatività (pensate che dopo un anno e mezzo sono stati eletti i due vice presidenti e poi un esecutivo) spiega Scaglione-, si sia ancora fermi alla proposta di erogazione dei contributi per un minimo di sostentamento e di esistenza in vita per l’anno 2020 nel mentre non risultano più disponibili, perché non impegnati per tempo, quelli del 2021»..
Per Scaglione «Non è un problema di responsabilità per le quali ognuno deve rendere conto alla poderosa comunità dei Lucani in Italia e nel Mondo, ma di sensibilità che viene meno nonostante, proprio nello scorso mese di dicembre a Roma, in occasione della Conferenza Stato/Regioni/ PA/CGIE organizzata sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, il tema rapporti con le comunità emigrate e l’associazionismo regionale, è stato l’elemento fondante da cui prendere le mosse per far diventare nuovamente risorsa e non dileggio o abbandono della propria terra, le nostre comunità.
Non è casuale che in quella occasione, le Regioni rappresentate ai massimi livelli da Presidenti ed assessori regionali, compresi quelli Lucani, abbiano sostenuto in particolare che: Si impegna il Governo a sensibilizzare gli Enti Locali, per favorire il ripristino delle Consulte regionali laddove non esistono di concerto con organismi consultivi nazionali; Turismo di ritorno.
Affinché il turismo delle radici (o di ritorno) sia una chiave di volta strategica per lo sviluppo del turismo e dell’intero sistema Italia, occorre riportare tutti i progetti nazionali in essere sotto la direzione della DIGIT prendendo in considerazione l’idea di utilizzare, quali strumenti idonei i Distretti turistici istituiti dal Ministero del Turismo ai sensi della legge 106/2014; Un Progetto di Ricerca volto a capire quanto è successo in questi due anni ai tanti connazionali rientrati in Italia a causa della pandemia. Coinvolgere le Regioni e le Consulte in progetti condivisi su temi di interesse comune (per esempio sulla lingua italiana, sul turismo di ritorno ecc.), anche intercettando finanziamenti del MAECI.
Dare maggiore visibilità alle Consulte regionali. Essere in grado di intercettare i cambiamenti che le nostre associazioni all’estero stanno vivendo. In pratica, occorre prevedere come potrà essere la realtà delle nostre comunità all’estero da qui a 20 anni. Impegnarsi sul tema del lavoro e dell’occupazione comprendendo cosa può essere offerto ai corregionali all’estero (specie ai giovani) che vogliono tornare o venire a vivere in Italia, spingendo i Centri per l’Impiego regionali a designare figure professionali che possano fungere da riferimento per i connazionali che vogliono ritornare.
Intercettare finanziamenti per l’attrazione dei nostri talenti emigrati all’estero ». «Di tutto questo, nelle inadempienze che registriamo, nella complessiva insensibilità rispetto ad impegni assunti con i nostri Lucani in Italia e nel Mondo, non troviamo nessuna corrispondenza.
A tutto ciò aggiungiamo il forte ritardo sull’avvio dei bandi per l’utilizzo delle risorse del PNRR nel settore trainante nel prossimo futuro, del Turismo di ritorno e delle radici, al centro delle riflessioni di tutti gli ambiti di valorizzazione culturale e di traino per la ripresa del settore» sottolinea ancora il Presidente Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo che infine denuncia come si stia verificando «una regressione che ci fa tornare indietro di 30 anni, rischiando di distruggere un lavoro di aggregazione e di comunione di intenti di cui sentiamo parlare (il caso ultimo della presentazione del presepe di Artese a Torino) ma che al tempo stesso ci lasciano cadere le braccia in segno di pieno sconforto ».