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I RITARDI PANDEMICI DI BARDI

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Non vogliamo certo farne un romanzo a puntate, vista la situazione d’Italia, ma l’apologia pandemica del settantenne Vito Bardi è davvero insopportabile e deve pur essere sforbiciata dalla verità dei fatti, molto diversi dalla grancassa della propaganda facile e conveniente. Ora, tanto per mostrare il ritardo emergenziale che è riuscito a combinare in questi inutili anni di governo e di vaniloqui, può servire affiancare il suo recente annuncio dell’impiego di team mobili della Difesa per incrementare lo screening scolastico con l’indignazione espressa, già da fine ottobre, dal commissario Francesco Figliuolo, generale lucano, ma di ben altra pasta, proprio contro quelle Regioni, compresa la nostra, che non avevano aderito al progetto militare sul contact tracing nelle scuole. Analogo ritardo arriva dal numero dei centri vaccinali della Basilicata (10) contro quelli del Molise (12), della Provincia di Bolzano (13), delle Marche (17), perfino in raddoppio coll’Umbria (20) e che sono stati causa di assembramenti, risse, gelo e disagi ad anziani e viaggiatori. Una vera e propria iconografia dei ritardi pandemici e del polso incapace di Bardi. Ha scritto Alessandro Morandotti: “Avere un ritmo di vita per cui si arriva sempre in ritardo”.

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