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AQL, IL GIORNO DELLA VERITÀ

Oggi finalmente il Dg day? Anche se strani movimenti si registrano sull’asse Consorzio di Bonifica


Saprà la politica, specie quella leghista, mettere un punto ai disastri messi in campo finora dall’Au Andretta?


Società pubblica, in house providing, veleni privati: in Acquedotto lucano, oggi sarà il giorno della verità. Per l’Amministratore unico Alfonso Andretta, quello odierno è il primo vero incontro con i cosiddetti «signori azionisti». I punti all’ordine del giorno dell’Assemblea dei soci di Aql, con inizio alle ore 10 e 30 al Park Hotel alle porte di Potenza, sono due: programma annuale e triennale di gestione e investimenti, e l’assegnazione degli obiettivi che l’Au dovrà raggiungere nell’anno in corso, il 2022. Vari e rilevanti, però, i problemi da affrontare.

Se Andretta tra l’incudine, il fuoco amico della Lega, e il martello, la cordata dei sindaci di centrosinistra, allora il primo grande interrogativo non può non riguardare la presenza o meno in Assemblea del presidente della Regione, Vito Bardi. Fossero soltanto dispute di natura politica, quelle tra i soci, Regione più i Comuni, allora l’Assemblea sarebbe davvero ordinaria. Così non è. La società per azioni ha equilibri contabili a un passo dallo sbilancio tangente al collasso, nonché severe criticità gestionali.

Del mandato di Andretta, l’efficienza stenta a venire a galla. Per questi e altri motivi, la presenza del presidente Bardi, la scelta di candidare l’eletto Andretta è stata sua, appare scontata. Ciò, tuttavia, in teoria. Perchè complice delle qualità personali, ovvero il loro contrario, di Bardi, c’è il fine settimana napoletano che potrebbe portare il militare in pensione fuori regione o chissà, ma comunque altrove. Non stupirebbe, in base al contesto regionale, se oggi invece che Bardi, partecipi il capo di Gabinetto Busciolano.

Anzi, è come una certezza che così sarà. Soluzione comoda, per il presidente, ma ad alto fattore di rischio. Nonostante l’ancora breve mandato, dall’Assemblea dei soci Andretta è stato eletto Au lo scorso luglio, l’Amministratore unico ha già accumulato molte cosa da farsi perdonare e, al contempo, ha instillato un generale senso di sfiducia sulle reali capacità di essere all’altezza della sfida che il ruolo che riveste impone. Se lo straordinario sono i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, allora futuro nebuloso più che mai poichè Andretta è in grande difficoltà anche con l’ordinario. A parte le consulenze a gogo e gli incarichi agli esterni, ingenti intoppi su questioni quotidiane e pratiche. Un possibile occhiolino di Andretta ai Comuni potrebbe essere quello su più “agevoli” ingiunzioni fiscali e su più “agevole” riscossione dei crediti vantati da Aql. Ma questa carta, non è un jolly nella manica.

Senza la mano sulla spalla del garante Bardi, difficilmente l’Au riuscirà a convincere l’Assemblea dei soci sul rilancio di Acquedotto lucano. Anche il tempo delle parole è terminato, iniziando da oggi, quello del mostrare le carte. Tra progetti fermi perchè sospesi per mancata copertura finanziaria, appalti in alto mare, l’incognita sui mancati incassi, si vocifera di una cifra a 6 zeri, la grana degli abbondantemente oltre 15 milioni di debiti nei confronti dei fornitori e via discorrendo, la potenza degli slogan sarebbe pari a zero.

Non tutti i mali di Acquedotto sono attribuibili ad Andretta, ma l’Au non sta dimostrando di riuscire a mantenere un certo livello e meno che mai di essere in grado di apportare migliorie gestionali. Sulla carta, il ricorso alle acrobazie contabili di grandi numeri sui crediti da riscuotere, potrebbe non funzionare più, traducendosi nel contrario dato che l’elevato ammontare dei crediti, nonchè l’incremento degli stessi, se accuratamente analizzato può evidenziare proprio la sussistenza di allarmanti criticità di natura finanziaria. Non casualmente, la liquidità manca. L’Au Andretta, per fare un esempio, ha già fatto ricorso alla cessione del credito.

Non oggi, data la complessità della procedura, ma nel breve futuro è tutt’altro che esclusa la necessità del vaglio dell’ipotesi, a garanzia degli equilibri contabili, dell’aumento del capitale sociale. Sull’ordinario, inoltre, ritardi nei preventivi di allaccio alla rete idrica e migliaia di persone che attendono notizie da mesi. Numerosi contenziosi su problematiche provenienti da fatture senza esito: nessuna risposta da email pec e call center. E la lista potrebbe continuare per quanto è lunga. Per questi e tanti altri motivi, oggi è il giorno della verità, carte alla mano. Verità per verità, finalmente potrebbe esplodere la vicenda della mancata nomina del Direttore generale.

Questione, questa, che si caratterizza per 2 aspetti che corrono parallelamente: il primo contabile, il secondo, per l’appunto, pratico- gestionale. Ogni giorno in più che trascorre senza che il conferimento dell’incarico venga da Andretta firmato, aumenta la concretezza dell’ipotesi, a questo punto sempre meno ipotesi, di danno erariale in relazione all’esborso, via «affidamento diretto», di 24mila e 470 euro di soldi pubblici in favore dei privati di Randstad Italia Spa per il «servizio di ricerca e selezione di personale», ovvero per la gestione del Bando per l’individuazione del Dg di Aql. Alla base della motivazione dell’affidamento diretto, l’urgenza di procedere celermente, così da completare in poco tempo, l’elezione di Andretta risale al luglio scorso, il rinnovo della governance di Aql.

Ma l’iter procedurale è ampiamente terminato da metà settembre e della nomina non c’è traccia. Per terminato, si intende esperito in toto poichè già effettuata la scrematura degli aspiranti Direttore generale in base alle oltre 100 candidature, nonchè la redazione della rosa dei 5 “papabili”,1 pugliese, di 1 lucano, di 1 laziale e di 2 calabresi, che già hanno effettuato pure i colloqui finali. Al di là dell’ipotesi di danno erariale, evidente la necessità del Direttore generale in Acquedotto lucano.

L’Au Andretta ha sempre nicchiato, Bardi, da parte sua, ha sempre taciuto, ma oggi, se la questione posta, sia il temporeggiare sia il tacere verrebbero demoliti di colpo. Anzi, chissà che il nome del nuovo Dg, non esca proprio dall’odierna Assemblea dei soci. Anche se strani movimenti si registrano sull’asse Consorzio di Bonifica È il momento dello soluzioni concrete. Basti pensare al “caro bolletta” che per i lucani potrebbe essere maggiore rispetto all’atteso proprio perchè sui conti, Aql fa acqua.


 

Ferdinando Moliterni

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