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SU CICALA, IL CDX RISCHIA DI IMPLODERE

Capigruppo furiosa dopo le dichiarazioni di Piro che non molla: «Votiamo l’11»


RE CARMINE TENTA DI RIMANERE IN SELLA PER ANDARE CON BARDI A VOTARE PER IL POST MATTARELLA


Si rinsalda in Consiglio regionale l’asse lucano del petrolio. Il giorno dopo l’invettiva a rigor di Statuto regionale da parte del capogruppo di Forza Italia, Francesco Piro, finalizzata a smuovere il lassismo del centrodestra sulla vicenda dell’inevitabile rinnovo dell’Ufficio di presidenza del Consiglio, Cicala è scaduto da mesi, in soccorso del valligiano, il capogruppo leghista Aliandro. Chissà se dopo la “nostrana” innovazione normativa dei «comuni confinanti », tra cui Paterno, con quelli del comprensorio della Val d’Agri che rappresentano territorio d’estrazione di idrocarburi, Aliandro non si sia davvero convinto di essere entrato nell’inner circle dei signori lucani dell’oro nero. Ad ogni modo, che sia per convenienze di partito o per interessi di altro tipo, l’argomento Cicala al centro di un confronto da remoto della maggioranza di centrodestra.

Ai pochi argomenti della Lega e al perdurante rinviare il ben servito al presidente del Consiglio Cicala, che del resto ha abbondantemente terminato il mandato non per volontà politica degli alleati, ma perchè così prevede lo Statuto regionale, i componenti dell’Ufficio di presidenza restano in carica per 30 mesi, è bastato opporre un dato, ovvero una data. Se chi sbandiera serenità, Aliandro e Cicala, non sta bluffando, allora le carte potranno essere, altrettanto serenamente, scoperte l’11 gennaio in occasione del prossimo Consiglio regionale. All’ordine del giorno, certamente non potrà mancare il punto del rinnovo dell’Ufficio di presidenza. Il problema è l’ordine dell’ordine. Anticipando il rinnovo, votazione all’inizio.

Allo stato attuale delle cose, tuttavia, ciò non avverrà. Per il capogruppo consiliare di Forza Italia in Regione, Francesco Piro, come espressamente già dichiarato, non c’è, però, altra alternativa a quella del voto. Nella Basilicata delle proroghe che anche il presidente del Consiglio regionale Cicala sia in proroga non può di certo costituire vanto per l’intera coalizione di centrodestra. Il problema centrale, come non di rado accaduto, appare ancora una volta il presidente della Regione, Vito Bardi. Per Bardi il rimpasto di Giunta sono un po’ come le dimissioni per l’assessore regionale Cupparo che in un solo anno solare, le ha annunciate per ben 2 volte. Bardi pure, come Aliandro, sbandierava e sbandiera serenità.

Diceva, il generico Generale, che col ritorno in ballo della postazione della presidenza del Consiglio i conti avrebbero quadrato per tutta la coalizione. Eppure, ancora nulla: nè del rimpasto di Giunta nè del rinnovo della presidenza del Consiglio regionale. A bocce ferme, l’invettiva di Piro oltre che corretta tecnicamente, è lo Statuto che lo prescrive, è anche , per Forza Italia, vantaggiosa politicamente. Almeno un partito della coalizione governativa si è smarcato dal silenzio complice degli alleati. Volendo, Forza Italia potrebbe anche osare di più.

Basterebbe far andare sotto la maggioranza, togliendo l’appoggio nelle votazioni in Consiglio fino a quando il rinnovo dell’Ufficio di presidenza non sia un punto qualsiasi previsto all’ordine del giorno in modo tale che sempre slitta. Sulla vicenda Cicala, tra la veridicità della tranquillità di Aliandro e quella di Piro, al momento gli elementi in campo depongono maggiormente a favore della seconda.


 

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