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LA CITTÀ PIANGE IL SUO STORICO “MAESTRO” CARTAPESTAIO: MICHELANGELO PENTASUGLIA

Indissolubilmente legato alla Festa della Bruna, la camera ardente allestita presso la Sala del Commiato di via Lucana: oggi i funerali


Una vita tra colori e cartapesta, due elementi uniti dalla devozione alla Madonna della Bruna in occasione della cui festa ha realizzato negli anni ben tredici carri trionfali. Erano le sue creature i carri che dopo tanto lavoro venivano distrutti in pochissimi minuti con un assalto senza precedenti. I colori che utilizzava per dipingere la cartapesta erano la sua ispirazione, la sua fonte di gioia, ciò che metteva luce e che era in grado di permeare anche l’intimo di chi non era credente o praticante. Michelangelo Pentasuglia era questo e molto di più: il “Maestro” cartapestaio noto in tutto il mondo si è spento nella sua città a quasi ottantotto anni.

Una vita passata a cimentarsi nella realizzazione di veri e propri pezzi da museo, opere d’arte incredibili e maestose. Aveva cominciato a costruire carri devozionali seguendo la tradizione del padre Francesco ed ancor prima dello zio Raffaele. Appena tredicenne si avvicina al mondo della cartapesta che diventa la sua arma vincente. Una famiglia di cartapestai la sua, attiva dal 1923 e della quale Michelangelo era il vero orgoglio: l’unico “maestro” ad aver realizzato per otto anni consecutivi il carro per la protettrice Maria Santissima della Bruna, mettendoci passione, creatività, innovazione per alcuni versi ma senza mai perdere la bussola della religiosità. La sua ultima creatura, la realizzò nel 2016: il tredicesimo carro, destinato come gli altri ad entrare nella storia della tradizione materana.

Ma Pentasuglia non ha realizzato solo i carri per la festa del 2 luglio: le sue opere d’arte sono state commissionate anche da altri comuni del materano ed a lui è spettata la realizzazione del meraviglioso ed unico carro trionfale per i 150 anni dell’Unità d’Italia. La sua figura ha dunque unito la storia lucana a quella nazionale, sempre senza mai scostarsi dall’umiltà che era la dote principale del maestro. Quando gli si chiedeva se non aveva il magone nel veder distrutto il suo lavoro, scuoteva le spalle e con la sua voce delicata e pacata rispondeva che «quello era il desiderio della madonna, la Vergine che vuole entrare ogni anno nella sua città a bordo di un carro e che si dona ai suoi fedeli per proteggerli e restargli accanto ».

Parole che risuonano flebili ma decise nella mente e che fanno accaponare la pelle difronte alla rassegnazione di un artista, di un ‘maestro’ che per tradizione conosce il destino delle sue opere d’arte. La camera ardente di Michelangelo Pentasuglia è stata allestita presso la Sala del Commiato di via Lucana a Matera, i funerali in mattinata alle 10.30 presso la chiesa di San Giacomo.


 

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