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CUP, SALTA DI NUOVO L’AGGIUDICAZIONE

L’egemonia Dataconctat interrotta solo per poco. Il Consiglio di Stato rimette in sella i materani

Cup e aggiudicazione del maxi appalto milionario per la gestione del call center sanitario regionale: sul finire dell’anno ancora un colpo di scena, l’ennesimo. Al sovrabbondante incrocio di ricorsi, controricorsi, appelli e sentenze sia del Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Basilicata, sia del Consiglio di Stato, proprio i massimi giudici amministrativi italiani hanno nuovamente scritto la parola fine: la Datacontact Srl, via Palazzo Spada, sì è ripresa la gestione del Centro Unico Prenotazioni sanitarie.

CUP, L’APPALTO DA 18 MILIONI DI EURO  Nei primi mesi dell’anno, aveva tenuto banco la vicenda dell’appalto regionale da oltre 18milioni d’euro come da importo a base della gara indetta nel 2019. Partiti in 3, dopo l’uscita di scena del Raggruppamento temporaneo di impresa (Rti), Consorzio Leonardo- Lutech- Chorus Net, nell’estate del 2020 non confermò la propria offerta «essendo venuto ogni interesse alla partecipazione della procedura», a contendersi il Cup erano rimasti soltanto in 2: il Rti Gpi-Publisys contro il Rti Datacontact-Lucana Sistemi-Edp La Traccia. In prima battuta, primo graduato proprio Datacontact e partner. Sennonché, l’esclusione. Sul maxi appalto in questione, è all’estate del 2020 che va fatto risalire il primo ricorso della lunga serie conclusasi ora con la sentenza del Consiglio di Stato. All’epoca, impugnata l’esclusione. Da ricordare che il raggruppamento temporaneo di imprese costituito dalla Datacontact Srl con la Lucana Sistemi Srl, vinse lo stesso appalto nel 2009 e stipulò il contratto nel gennaio del 2010. Dalla scadenza del medesimo, cioè dal marzo 2015, il Cup è stato gestito da Datacontact in proroga, oltre 10 quelle concesse, fino al 2021. Ciò poiché all’esito del precedente incrocio di ricorsi alla Giustizia amministrativa,il maxi appalto per il subentro di nuovo gestore a seguito della scadenza contrattuale del 2015, fu definitivamente annullato dal Consiglio di Stato che, nell’occasione, dispose, nel 2018, l’annullamento della gara per esclusione dei concorrenti, tra cui Datacontact che però ha beneficiato, nel frattempo, delle proroghe milionarie. Così l’appalto per l’Agenda Digitale «per il periodo 2016-2020», un buco nell’acqua. Ad ogni modo, nuovo appalto ed estate 2020: disposta l’esclusione di Datacontact, la Suarb ha proceduto alla verifica di congruità dell’offerta in capo al raggruppamento secondo classificato, costituito dalla mandataria Gpi SpA e dalla mandante Publisys SpA.

ESCLUSIONE DI TOSTO (DATACONTACT) E L’AGGIUDICAZIONE Così, con piccolo salto temporale, ottobre dell’anno scorso: appalto aggiudicato con efficacia proprio a Gpi-Publisys. Altri ricorsi. Dopo la sentenza del Tar nel gennaio scorso, la Suarb ha dovuto effettuare ulteriore vaglio dell’esclusione della Datacontact. L’approdo fu lo stesso: esclusione confermata. Altri ricorsi. A questo punto, necessario fissare l’oggetto del contendere. Il motivo di esclusione, sempre lo stesso: la Datacontact non avrebbe dato prova di aver posto in essere effettivi atti di dissociazione dalla posizione del precedente amministratore delegato, Angelo Raffaele Tosto, condannato per concorso in bancarotta fraudolenta, come da sentenza della Cassazione penale del 2015, con inabilitazione all’esercizio dell’impresa e incapacità ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa per la durata di dieci anni. Già Tar e Consiglio di Stato, rispettivamente nel 2017 e 2018, avevano stabilito che la dissociazione non fosse ravvisabile. La stessa Giustizia amministrativa, sottolineò che nonostante la cessione di quote 3 mesi prima della pubblicazione del bando Cup del 2019, «il vincolo familiare particolarmente stretto tra i soci di una società – nella specie genitori e figli – è di per sé solo sufficiente a rendere non implausibile, in assenza di comprovate indicazioni di segno contrario, la possibilità di interferenze di ciascuno di essi nella gestione dell’attività sociale». L’aver donato, da parete di Tosto, le quote di proprietà alle figlie ed alla moglie, non era stata valutata come condizione sufficiente per la dissociazione. In ogni caso, nel febbraio scorso, dalla Suarb la conferma dell’aggiudicazione a Gpi e Publysis. Aggiudicazione che ha generato altri ricorsi, ma dopo nuovo vaglio della Giustizia amministrativa, poi dal giugno scorso il cambio gestore. Adesso però i Consiglio di Stato è come tornato parzialmente indietro sui propri precedenti giudizio. Il colpo di scena, rivalutando una direttiva Ue: «La Stazione Appaltante non può escludere dalla gara un concorrente laddove le circostanze che potrebbero costituire un grave illecito professionale si siano verificate nel periodo antecedente l’ultimo triennio» con precisazione che tale arco temporale nel caso di Tosto deve essere computato a far data dal passaggio in giudicato della relativa sentenza, cioè il 2015. Appalto del 2019, avendo Tosto donato quote alla moglie e alle figlie tre mesi prima pubblicazione del bando di gara, tutto a posto, almeno per la matematica stabilita a tavolino in riferimento al citato triennio. Il Consiglio di Stato, pertanto, per questi e altri motivi, annullando tra l’altro anche la prima esclusione, ha disposto il subentro di Datacontact  nel contratto per tutto il periodo previsto dal bando, 24 mesi suscettibili di rinnovo per ulteriori 24 mesi, tenuto conto anche della ritenuta congruità della sua offerta da parte della Stazione appaltante.

Ferdinando Moliterni

3807454583

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