La corsa ai tamponi, soprattutto a quelli antigenici “rapidi”, rischia di complicare l’attività di monitoraggio e tracciamento, complicata ulteriormente dal ricorso al tampone rapido “fai da te”.  A dichiararlo è l’Anisap, l’associazione dei laboratori della specialistica ambulatoriale privata accreditata, che mette in guardia prima di tutto i cittadini in merito all’affidabilità. Il risultato negativo di un tampone rapido antigenico è strettamente correlato alla tempistica di esecuzione che deve avvenire entro i 5 giorni dal presunto contagio in pazienti asintomatici e alla modalità di prelievo: sono due componenti fondamentali che potrebbero pregiudicare l’esito reale. Roberto Cicchetti, presidente ANISAP Basilicata invita al rispetto delle misure di sicurezza anche in presenza di un risultato negativo del tampone rapido e ricorda inoltre che il risultato positivo va confermato con un tampone molecolare.

Va ricordato che i laboratori autorizzati sono obbligati all’utilizzo di tecnologie di più elevato valore diagnostico per la esecuzione dei tamponi antigenici rapidi ovvero “metodologie di terza o ultima generazione basato su principio immunofluorescente e lettura strumentale”, che hanno performance maggiormente più elevate rispetto ai test convenzionali, e che offrono una elevata correlazione con i test molecolari in soggetti sintomatici.

In merito alla possibilità di poter eseguire test molecolari per la ricerca di Sars-cov2 su pazienti sospetti o asintomatici– sottolinea Cicchetti–i 18 laboratori associati sono disponibili a dare un contributo fattivo, come dimostrano da molti mesi. I laboratori privati-accreditati hanno professionalità e tecnologia adeguate per poter eseguire tali esami, e lo fanno regolarmente oramai da più di un anno.

 

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