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PER BARDI&CO. ALTRE MAZZATE

La Corte dei Conti scopre pure la “svista” di via Verrastro sulle risorse vincolate dalle royalties petrolifere


Sono 2 anni che dal centrodestra regionale prosegue ininterrottamente l’autocelebrazione di quanto siano bravi Bardi& Co. Eppure i conti non tornano, le leggi sono in parte ignorate e in parte sconosciute, e di molte questione contabili, la stessa maggioranza regionale che tra le voci di Bilancio è il classico elefante in una cristalleria, non ne ha proprio contezza.

Per esempio, lampante quanto dalla Corte dei Conti di Basilicata, nell’ambito dell’udienza di Parifica dei Bilanci regionali 2019-2020, è stato accertato in tema di rapporto debiti-crediti Regione e Comuni- Province-Università. Limitando la interlocuzione solo con un numero ristretto di enti, Province di Potenza e Matera, Comuni con più di 15 mila abitanti, Università di Basilicata, «la Regione non riesce ancora ad avere – e a fornire – un quadro chiaro dei rapporti debito-credito con gli enti locali».

Del resto, a livello generale, la magistratura contabile ha riscontrato come in relazione alla dinamica delle entrate, sussistano «criticità in merito agli scostamenti tra le previsioni, gli accertamenti e le riscossioni ». Ciò, inoltre, in particolar modo con riferimento alle entrate in conto capitale. Non solo necessario «un miglioramento della capacità di spesa», ma, come per i trasferimenti statali e dall’Ue, «indispensabile intensificare la vigilanza sul rispetto dei cronoprogrammi ».

Per gli Enti del “Gruppo Basilicata”, da Cupparo ancora non risolta la “grana” dei 2milioni e 500 euro in favore di Sviluppo Basilicata che doveva servire per «rafforzare il ruolo della società quale soggetto attuatore delle politiche di sviluppo del tessuto imprenditoriale regionale», ma che poi, invece, sono stati destinati a «soddisfare le normali esigenze finanziarie della società in particolare per il pagamento dei costi aziendali (stipendi, costi generali, utenze, etc.)». In riferimento ai controlli sugli Enti, la magistratura contabile ha segnalato come «particolarmente grave» la circostanza relativa alla mancata approvazione nell’esercizio 2020 dei rendiconti di tutti gli enti vigilati ad esclusione dell’Azienda Provinciale dei trasporti.

Così come significativa, la «mancata asseverazione dei rapporti di credito debito per gli anni 2019 e 2020 tra la Regione e la Fondazione ambiente e ricerca Basilicata (Farbas), il Consorzio per lo sviluppo industriale (Asi) Potenza e l’Azienda Territoriale Edilizia Residenziale (Ater) Potenza».

Eppure l’asseverazione ha la funzione di evitare eventuali incongruenze ed «è volta a garantire la piena attendibilità dei rapporti debitori e creditori, anche perché in caso di disallineamenti sussiste l’obbligo per gli enti coinvolti di adottare tutti i provvedimenti necessari ai fini della riconciliazione delle partite creditorie e debitorie».

ROYALTIES: IL “TRUCCO” PER SPENDERE A PIACERE

Accenni meritevoli di menzione, anche sulle royalties petrolifere. Nell’analizzare i conti relativi alle Royalty, la Corte dei Conti ha scoperto che la Regione, per gli anni 2019 e 2020, «ha contabilizzato in maniera non corretta le entrate vincolate». Le multinazionali del petrolio corrispondono alla Regione per le estrazioni lucane, un’aliquota del 7%. Del valore complessivo ottenuto dal 7% , previsto in un primo momento che il 55% fosse destinato alla Regione, il 15% ai Comuni e il 30% rimanesse allo Stato. In seguito, e precisamente a decorrere dal 1999, l’aliquota del 30% destinata allo Stato è stata corrisposta alla Regione per il perseguimento di specifiche finalità e in particolare per il finanziamento di strumenti della programmazione negoziata nelle aree di estrazione.

«Ebbene – hanno scritto i magistrati contabili – tale percentuale è stata erroneamente definita avendo la Regione posto a base del calcolo l’85% dell’aliquota e non il 100% provvedendo in seguito a vincolare una cifra inferiore rispetto a quanto previsto» dalla legge nazionale. Pertanto, «sottostimata la parte vincolata», nel risultato di amministrazione devono essere accantonati 5milioni e 494mila euro per il 2019 e 4milioni e 965mila per il 2020. Milioni, in prospettiva futura, che sono vincolati e non possono sparire a piacimento di chi governa e chissà come e dove.


 

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