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«NON CHIAMATECI FITTIANI»

Crisi Potenza, il gruppo consiliare di FdI prende le distanze dall’europarlamentare: «Unico riferimento Meloni»


POTENZA. Sarà oggi la prova del nome in Regione Basilicata sulla tenuta della maggioranza di centrodestra per il governatore lucano Vito Bardi. Il governatore lucano dopo la gita fuori porta a Roma per incontrare i leader del centrodestra e discutere sull’imminente rimpasto di Giunta oggi dovrebbe fare la sua “apparizione” in Consiglio regionale. Dopo la seduta cancellata all’ultimo la scorsa settimana per le beghe interne al centrodestra, che hanno perciò portato il governatore a correre a Roma, oggi si scoprirà se la quadra è stata trovata o meno. Per Bardi, secondo fonti interne, la strada dovrebbe essere in discesa al momento.

I leader del centrodestra avrebbero espresso le loro direttive che non sarebbero poi tanto lontane dalla volontà di Bardi. L’unica incognita potrebbe essere sul recepimento di tali direttive dai singoli consiglieri regionali. Per ora non si registrano malumori, almeno all’apparenza la quadra sarebbe stata condivisa dai più. È chiaro però che la certezza assoluta che tutto fili liscio, visti i precedenti a cui i consiglieri di centrodestra ci hanno abituato, è impossibile averla.

Ma i mal di pancia della coalizione dovrebbero essere almeno per ora attenuati. Ma se alla Regione si intravede uno spiraglio di serenità in vista delle festività Natalizie al Comune di Potenza non si può dire lo stesso. I garattacapi per il sindaco del capoluogo lucano Guarente sembrano essere più preoccupanti di quelli di Bardi. Per lui ricomporre la maggioranza tenendo presente le velleità di ogni singolo partito sarà una vera e propria impresa. L’accordo più difficile da trovare sarà con Fratelli d’Italia.

Messi all’angolo da scelte certamente non facili per un mondo politico che chiede equilibrio e compromessi e perchè no a volte anche rinunce il gruppo, a questo punto viene da definirlo dei “dissidenti”, di Fratelli d’Italia al Comune di Potenza prova a correre ai ripari. Ripari che dopo la sfuriata del primo cittadino Mario Guarente che senza troppi giri di parole a muso duro in Consiglio ha riferito «ci sono alcuni consiglieri che sin dall’inizio hanno minato la condizione della macchina amministrativa con il solo unico fine di destabilizzare gli equilibri.

Se questo è il modo di fare politica possono anche valutare l’ipotesi di dimettersi» potrebbero essere tardivi per esaudire tutte le loro richieste. Parole che hanno colpito nel segno a quanto pare, considerati i giorni di trambusto seguiti dopo la scelta del gruppo di Fratelli d’Italia di non presentarsi in Consiglio Comunale proprio quando a presentare atti importanti era l’assessore al Bilancio Giuzio, esponente proprio di FdI.

Eppure questo gruppo di meloniani che certamente si riconosce poco nella corrente storica del partito lucano che fa riferimento a Gianni Rosa, di cui invece fanno parte i due assessori Giuzio e Galella, hanno voluto rendere noto che il loro «unico riferimento nazionale l’On.le Presidente Giorgia Meloni, così come, a livello locale, si riconosce pienamente nella linea politica del neo eletto Coordinatore regionale, Piergiorgio Quarto, e del Commissario Provinciale, On.le Salvatore Caiata» fa sapere la capogruppo Carmen Galgano.

Eppure corre l’obbligo di precisare che da queste colonne nessuno ha mai scritto che non si ritrovano nella linea politica di Giorgia Meloni. Sarebbe assurdo, in quanto l’unica leader indiscussa di Fratelli d’Italia è solo lei. Altrettanto va precisato che non abbiamo mai menzionato che non riconoscono il ruolo tanto del neo segretario regionale Piergiorgio Quarto quanto quello del Commissario provinciale di Potenza Caiata. Anzi. Molti dei consiglieri comunali eletti in questa tornata sono certamente molto vicini a Caiata.

Come anche quelli vicini all’europarlamentare Fitto, motivo che li ha identificati in tale corrente. Eppure loro hanno culto “disconoscere tale vicinanza. Dire che nei partiti si costruiscono e si aderisce anche se non informalmente a delle aree è cosa corretta per chi mastica un po di politica. Ogni partito con la crescita della sua pattuglia sul territorio riconosce diversi leader. Sarebbe anomalo il contrario. Stessa cosa accaduta in FdI.

Partito costruito in Basilicata da Gianni Rosa che piano piano, dopo aver visto per anni solo lui come unico rappresentante in Regione, ha portato ad una adesione sostanziale di nuovi esponenti e che oggi tanto nei Comuni quanto alla Regione può contare su diversi amministratori. Prendiamo atto che il gruppo al Comune di Potenza di FdI sia “fedele” ai suoi dirigenti, ma per onestà ci verrebbe da chiedergli se non si riconoscono nell’area Rosa e non vogliono essere associati neanche all’area Fitto, come mai sono i primi ad aver sfiduciato i loro stessi assessori al Comune non presentandosi in Consiglio quando all’ordine del giorno a presentare atti era proprio un loro rappresentante?


 

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