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MA LE PROVINCE NON ERANO STATE ABOLITE?

Lettere lucane

L’Italia è un Paese incredibile. Tutto cambia continuamente affinché tutto rimanga com’è. Penso alle Province. Ma non erano state abolite? Forse mi sono perso qualcosa. Dopo la stagione anti-casta avviata dal duo Stella&Rizzo, si decise di abolirle perché costavano troppo e si occupavano di pochissime cose. Poi si è scoperto che senza le Province molte cose non funzionavano, per cui sono state ripristinate, ma sempre all’italiana, cioè “aumma aumma”. E oggi su Facebook è tutto un proliferare di eletti alla Provincia che ringraziano per il consenso ricevuto. Mi ero accorto che qualcosa era cambiato qualche settimana fa, quando alcuni amici politici mi hanno telefonato per chiedermi se conoscessi consiglieri o assessori comunali disposti a votarli alla Provincia. Alla Provincia? Ma non erano state abolite? Evidentemente no; cioè sì, ma all’italiana, appena un po’. Ora, io non ho opinioni certe sul ruolo e l’efficacia di questa istituzione – mi convincono le argomentazioni sia di chi le elogia sia di chi le denigra –, ma davvero trovo tragicomico questo riformismo all’italiana, per cui le cose si cambiano sempre per finta, tanto poi una soluzione si trova sempre, per far tornare le cose com’erano prima. Le cose sono due: o si è stati imprudenti ad abolire le Province e si è agito su un impulso demagogico e populistico – e questo sarebbe assai grave –, oppure si sta riesumando un’istituzione inutile pur di moltiplicare posti e ruoli per il ceto politico, già gravemente penalizzato dalla scellerata riforma che riduce il numero dei parlamentari – che renderà la compilazione delle liste alle prossime elezioni politiche un vero e proprio Vietnam, anche in Basilicata. Rimane il fatto che l’Italia è un Paese inattendibile, furbo, arruffone e machiavellico. Come dimostra la finta abolizione delle Province, che sono state abolite solo un po’, appena appena.

diconsoli@lecronache.info

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