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PRIMA GLI ALTRI DEI LUCANI

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Deve aver preso troppo sul serio lo slogan leghista di “prima il nord” se in prossimità delle sante meditazioni del Natale, Vito Bardi ha deciso di allargare la fenomenologia delle competenze oltre lo1920 svincolo autostradale del “simme ‘e Napule” con cui ha considerato ruoli istituzionali e mandato a zonzo lucani che potevano pur offrire un contributo importante alla nuova causa della Basilicata. Ora dopo lo psicodramma che si è consumato tra Asp e Regione, peraltro in piena crisi pandemica, arriva dalla lontana Vicenza il successore dell’aviglianese Bochicchio, salutato dal solito trionfalismo del governatore che incredibilmente filosofeggia ancora sulle “esigenze di cura” quando poi la sanità lucana ha la faccia che troviamo ogni giorno e cioè delle liste d’attesa e delle migrazioni ospedaliere su cui ci sono ben poche scuse quando si mal governa da quasi tre anni. Tutto questo per dire che la politica deve assumersi la responsabilità del potere come cambiamento delle cose e non come vaniloquio d’enunciati, favolette e propositi natalizi che di certo non la rendono più credibile ed autorevole di quanto non sia già penosa ed inconcludente. Ha scritto Elias Canetti: 20“È difficile sopportare il proprio autocompiacimento. Ma quello degli altri!”.

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