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STABILE NON RICONOSCE L’ASSEMBLEA CHE L’HA SFIDUCIATO E ORA LUI SFIDUCIA BUSCIOLANO: CONVOCA CONSIGLIO PER LE DIMISSIONI

Lucana Film Commission, i legali “pittano” il capo di Gabinetto, dall’«errore marchiano» al «giammai» sul consigliere anziano


Se nel privato della Fondazione Lucana Film Commission, il presidente di Regione Bardi e il suo capo di Gabinetto Michele Busciolano hanno fatto, il 6 dicembre, molto rumore arrivando a revocare l’incarico di presidente a Roberto Stabile, per una sua frase a mezzo stampa, in pubblico, sia Bardi che Busciolano, continuano però a tacere.

L’ex presidente Stabile, dopo la “cacciata”, ha già messo in chiaro che non chiederà alcun risarcimento danni perchè tanto, seppur la causa come vinta ancor prima di iniziare, perché tanto «non pagherebbero i responsabili, ma i cittadini lucani stessi». Ma non è tutto: Stabile non si sente nè revocato nè tantomeno “licenziato”, perchè sarà lui che se ne andrà, tramite dimissioni. La forzatura di Busciolano, in linea di diritto, non potrebbe avere seguito poichè il Consiglio di Amministrazione pre revoca di Stabile deve continuare a svolgere le sue funzioni fino alla nomina del nuovo Presidente, non potendo l’organo amministrativo essere composto da un numero di membri inferiore a quello previsto dallo statuto e non essendo possibile la delega di funzioni del Presidente e-o del Consiglio di Amministrazione a soggetti estranei allo stesso, fossero anche i soci della Fondazione.

E forse, è soprattutto questo il motivo per il quale sia Bardi che Busciolano tacciono. Se l’ex presidente della Lucana film commission ha già rinunciato a fare causa per il danno, non economico, poichè aveva accettato l’incarico a titolo gratuito, ma di immagine, dato il suo curriculum professionale, lo stesso Stabile, tuttavia, non ha rinunciato a dare, a Bardi e Busciolano, una lezione di stile e di regole.

Da ricordare sia che la dichiarazione non gradita è consistita nell’affermare che «il lavoro della Regione è gestito da una maggioranza poco coesa e per questo particolarmente rallentato », cosa peraltro dimostrata dai fatti, basta citare la vicenda dell’approvazione del Piano attività e dei fondi, sia che sullo sfondo della “defenestrazione”, sono prossime ad essere circostanziate ben altre dichiarazioni di Stabile. Il riferimento è alle «ingerenze» della politica e alle «varie pressioni ricevute, in modo più o meno diretto, per fare assunzioni o supportare progetti in modalità dirette e non del tutto trasparenti».

SUONA LA CAMPANELLA: L’INIZIO DELLA LEZIONE PER BARDI E BUSCIOLANO

Riprendendo le fila dell’aggiornamento, Stabile ignorando la revoca del mandato, ha comunicato, da presidente in carica, che invierà nei tempi prescritti, la già preannunciata convocazione del Consiglio Generale con all’Ordine del giorno le «dimissioni da Presidente e Consigliere del Consiglio di Amministrazione del Dott. Roberto Stabile rassegnate con missiva del 13 dicembre e nomina di un nuovo membro del Consiglio di Amministrazione e Presidente della Fondazione ». Appare infatti, con tanto di parere motivato da studio legale, tutt’altro che legittima la «“riunione”» del 6 dicembre, avvenuta in presunta prosecuzione della seduta del Consiglio Generale del 3 dicembre. La Regione è tra i soci fondatori della Lfc, gli altri 4 sono le due Province di Potenza e Matera e i 2 Comuni capoluogo, l’Ente il cui voto ha il maggior peso ponderato 60%.

Per cui, ha reso noto Stabile, nutrendo «scarsa fiducia» nel fatto che possa essere proseguita la gestione della Fondazione con una compagine sociale nella sua maggioranza «a me dichiaratamente ostile», le dimissioni. In punta di diritto, l’ex presidente vuole lasciare rispettando le regole della Fondazione e insegnando, a Bardi e Busciolano, come si procede nel campo della cosa pubblica. Tutto parte dall’inutile forzatura di Busciolano che al Consiglio generale del 3 dicembre, nonostante l’ordine del giorno riportasse «valutazioni sulle dichiarazioni rese pubblicamente dal Dott. Roberto Stabile», avrebbe già voluto chiudere l’operazione della revoca.

L A “PAZZA IDEA” NICOLETTI DELL’APT

In quella circostanza, tra l’altro, non si sa su quali basi, sempre il capo di Gabinetto Busciolano subito indicò, come da verbali, il nome del successore, «l’ing. Antonio Nicoletti, in qualità di Presidente del CdA della Fondazione Lucana Film Commission, in sostituzione del Dott. Stabile ».

Nicoletti, proprio lui: l’attuale direttore dell’Apt. Stabile ha fatto notare a Busciolano che magari la strana operazione del doppio incaricato Nicoletti, avrebbe potuto avere anche un esito positivo, se non fosse stato che l’ordine del giorno era «valutazioni sulle dichiarazioni rese…» e non anche «con relative e conseguenziali delibere». Per cui il Presidente Stabile chiuse la seduta, non essendoci delibere da prendere, «rinviando al lunedì (6 dicembre, ndr) per i successivi aggiornamenti» e «i Soci nel prendere atto della proposta del presidente, restano in attesa di relative comunicazioni da parte dello stesso».

IL “GIALLO” DELLA MAIL

Il lunedì, la comunicazione di Stabile è arrivata puntuale per informare che «in attesa di effettuare le verifiche giuridiche, il Presidente della Fondazione si riserva di far pervenire entro i termini previsti dallo Statuto la convocazione del nuovo ordine del giorno del Consiglio Generale ». Lo stesso giorno, però, il mistero di un’altra comunicazione inviata ai soci: «Continuazione del Consiglio generale d’urgenza del 3 dicembre». Il mistero: la mail non è stata inviata su indicazione del Presidente Stabile e né aveva la sua firma.

La «“riunione”» come è noto c’è stata e la revoca deliberata. Fanno sapere, gli avvocati, a Bardi e Busciolano che la deliberazione nell’ambito del punto dell’ordine del giorno “varie ed eventuali”, non regge giuridicamente poichè l’espressione è ritenuta «in modo unanime da dottrina e giurisprudenza pleonastica ed inutile, più una clausola di stile che un grimaldello per aprire la porta a qualsiasi argomento non specificato nell’ordine del giorno, perché non consente di discutere su argomenti non specificati all’ordine del giorno, ma solo una discussione di carattere generale o segnalazione di argomenti da discutere in altre sedute o risposte del presidente o dell’amministratore, mai per prendere decisioni». Stante, inoltre, la non presenza di tutti i Soci Fondatori, non sarebbe stato nemmeno possibile integrare l’ordine del giorno, essendo per questo necessaria l’unanimità di tutti i componenti l’assemblea.

BUSCIOLANO, IL CODICE CIVILE E L’«ERRORE MARCHIANO»

Soprattutto, a Bardi e Busciolano, gli avvocati fanno notare un «marchiano errore» e cioè il richiamo all’articolo 25 del Codice Civile quale norma invocata a giustificazione della pretesa revoca del Presidente della Fondazione dalla carica. L’articolo 25 del Codice Civile del 1942, riguarda i poteri di controllo, da parte dell’autorità governativa, sull’amministrazione delle Fondazioni e si tratta, ad esempio, dei casi in cui una fondazione privata deliberi in violazione dell’ordine pubblico e del buon costume, oppure quando il patrimonio della fondazione non sia più capiente e lo scopo della fondazione non possa più realizzarsi.

Di qui la prevista «sostituzione d’imperio degli amministratori », quando le previsioni dell’atto di fondazione non possano più attuarsi e lo scioglimento quando gli amministratori agiscano in violazione dello statuto o della legge. In una frase, «non ha nulla a che vedere, dal punto di vista giuridico, con i poteri che la Regione esercita eventualmente in quanto socio della fondazione». Tanti altri dettagli ci sarebbero da aggiungere sull’operato di Busciolano. Tra i vari, uno di questi sembra rappresentare la giusta conclusione: il Busciolano “consigliere anziano”.

La presidenza della «“riunione” » del 6 dicembre, quella della revoca, è stata assunta dal delegato della Regione Basilicata, il capo di Gabinetto di Bardi, sull’assunto giuridico di essere «costui» Consigliere anziano così come previsto dallo Statuto della Lfc. Letto lo Statuto, per gli avvocati agevole e laconica la deduzione: «Giammai un Socio Fondatore, e men che meno un suo delegato, potrebbe assumere la veste di Consigliere Anziano ai sensi dello Statuto, il quale si riferisce chiaramente al membro più anziano del Consiglio di Amministrazione, in caso di assenza o impedimento del Presidente ». Soltanto «per chiarezza », hanno aggiunto gli avvocati, «i membri del Consiglio Generale sono chiaramente definiti nello Statuto come Soci Fondatori, giammai Consiglieri e con il termine Consigliere- Consiglieri si intende-ono soltanto il-i membro-i del Consiglio di Amministrazione ».


 

Ferdinando Moliterni

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