Si è svolta in tribunale a Potenza la prima udienza del processo contro i ragazzi del Centro Sociale Csoa ‘Anzacresa’ che nel 2018 si sono opposti ad una manifestazione di Forza Nuova svolta nel capoluogo, in Piazza Don Bosco.

A dover dare conto delle loro azioni, Marco e Lorenzo Russo, Gabriele Guarino, Francesco Logiodice, Daniele D’Acclesia e Teresa Franzese. Una manifestazione- secondo i sei giovani oggi imputatiche aveva come oggetto la protesta contro la legge Finanziaria e per cui c’era stata l’autorizzazione da parte della Questura, ma che di fatto si sarebbe poi trasformata in una manifestazione fascista in cui sarebbero stati intonati cori omofobi e razzisti contro gli immigrati e gli omosessuali, esposti striscioni tematici di denigrazione e si sarebbe inneggiato al Duce.

Da parte dei componenti dei centri sociali, l’avvio di una contestazione pacifica in cui a parlare sarebbero stati gli slogan “via i fascisti da Potenza”. Poco dopo, un “vis-à-vis” tra organizzatori di Forza Nuova e manifestanti antifascisti che interrotto, prima di degenerare, dall’intervento della Polizia. Alle forze dell’ordine il compito di acquisire le immagini di video sorveglianza da cui non si evince però nulla di importante e di rilevante penalmente.

Nonostante tutto, gli organizzatori sporgono denuncia e sostengono che un loro striscione sia stato danneggiato. Si apre quindi un procedimento penale per violenza privata, danneggiamento e minacce in cui la ‘parte offesa’ e quindi il responsabile del Movimento fascista di Forza Nuova, Giuseppe Fortunato, si costituisce parte civile. Nella prima udienza i difensori degli imputati hanno avanzato eccezioni preliminari su alcuni documenti che il Pm aveva intenzione di produrre relativamente a documentazione fotografica e di identificazione. Il giudice ha accolto l’eccezione, riservandosi di esaminare la documentazione nel corso del dibattimento.

A sostegno degli imputati, per un processo ritenuto ingiusto e privo di fondamento, il Presidente dell’Anpi provinciale di Potenza Michele Petraroia che proprio mentre a Palazzo di giustizia è iniziata la fase di giudizio, ha manifestato davanti al tribunale per portare sostegno a chi, quel 23 giugno del 2018 «si è solo mobilitato per tutelare la Costituzione Italiana, la libertà e la democrazia».

Alla luce dei recenti assalti squadristi da parte di Forza Nuova avvenuti nella capitale qualche mese fa, razzismo, xenofobia, apologia fascista e omofobia non possono certamente passare inosservati lasciando che a pagare sia chi ha cercato invece di tutelare il Paese da discriminazioni e suprematismo. Il processo è stato aggiornato per l’esame di due testi del Pm al 3 marzo prossimo.


 

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