IL VOTO DEI LAVORATORI: CAMBIA LA TENDENZA
L’intervento di Nicola Savino
Preferenze di voto e classi lavorative: come cambia l’orientamento politico
DI NICOLA SAVINO*
Che soltanto il 9% degli operai voti per la Sinistra, come rilevato dal Corsera del 3 dicembre, e che molti di più o si astengano o votino per la Destra, è una “rivoluzione” iniziata nel nuovo millennio e non soltanto in Italia. Thomas Piketty la segnala con insistenza in Capitale ed Ideologia del 2020: un fenomeno diffuso, la Sinistra essendo diventata la “parte” dei laureatie dei benestanti! Ne dà conferma lo stesso Centro-Destra, non temendo di perdere il loro votoquando si oppone al trasferimento del bonus di 275 mln dai benestanti alle “bollette” dei meno abbienti. Sicché, lo stesso sciopero generale indetto da Cgil-Uil potrebbe essere il tentativo di far capire agl’interessati chi realmente li danneggia!
Possibile chel’economia non sia più la molla cheuniscei “lavoratori di tutto il mondo”contro il capitalismo e lo sfruttamento; che sia caduta la fede nel “sol dell’avvenire” e la Storia non scaturisca (anche) dalla lotta per liberarsi dal bisogno? Si tratta di unainversione che la globalizzazione dilata ed accresce:comesempre T. Piketty- attesta (Ibidem) per tutti i Paesi e persino in Cina. Nell’ Europa Occidentale“ la quota del 50% dei più poveri è passatadal 26% ..dei primi anni ’80(sul redditoprodotto) al 23% degli anni ‘10 del 2000. Nello stesso periodo, la quota del gruppo dell’1% dei più ricchi..dal 7 al 10%”; “negli Usa, dal 1960 al 2015, il reddito medio del 50% dei più poveri..èdi 15.200 $ annui, quello dell’1% dei più ricchi di 403.000 $” (ibidem, pag. 600 e 601). In Europa, dal 1950 al 2020,il reddito nazionale pro-capite è passato dal 3,3% annuo allo 0,9 %, mentre la quota dell’1% dei più ricchi…… dall’ 8 all’11%; nello stesso periodo; il tasso massimo applicabile alla tassazione per i redditi più alti è passato dal 68 al 49% (pag. 624/625).
Insomma, anche lì dove il “compromesso socialdemocratico” è stato tentato, non solo la disuguaglianza non è diminuita ma si è di molto amplificata. A ben vedere, non è accadutosoltantoperché il capitale,controllando finanziariamente la Politica, è riuscito ad evitare la progressività delle imposte, come dimostra l‘eterno muro contro le patrimoniali! Perl’obiettivo dell’eguaglianza (forse ancora troppo ambizioso!), il docente dell’Ehess e dell’Ecole d’Economie de Paris,columnist per Liberation e Le Monde, sostiene la riforma del Sistema, incentrandola sull’istituzione di un assegno pubblico che il cittadino versi alproprio Partito per assicurarne l’indipendenza dal controllo del Capitale.
Ma la “rivoluzione”verificatasi nell’orientamento politico delle “masse” non si spiega soltanto con l’incapacità dei Partiti di Sinistra e la conseguente perdita della fiducia della classe operaia e dei ceti disagiati! È invece chiaro che ha pesato, sugli elettori e su di Essi, l’influenza “ideologica” del Web e che dunque non basta risolvere il problema del finanziamento. Il ritornoda Marx ad Hegel, dalla convinzione che il motore della Storia sia nel liberarsi dal “bisogno materiale” a quella che Essa dipenda invece dall’’imporsi delle idee”, è stata opera del web che ha puntato sulla efficacia delle “narrazioni”.
Le quali, anche se false, fanno leva suistinti profondi come la paura del diverso con lapropaganda controgl’immigratied il pericolo dellaloro invasione! Insomma, non che la lotta per soddisfare i bisogni materiali non svolga più alcun ruolo,ma c’è che il Web è diventato ormai una “parte del nostro cervello”: capace di orientarci secondo il volere dei potentati economici che ne sono proprietari:i capitalisti dell’etere e della finanza! (Condizionano persino i Governi con la stessa facilità con cui, al tempo di Trump, negaronoche circolasse il comunicato di unPresidente in carica.). In queste condizioni, dinnanzi alla “novità”chela coscienza dei singoli e dei gruppi è facilmente orientabile dai media, riemergono non a caso le tracce del nazionalismo e del razzismo: per dividere i popoli ed indebolirne il peso politico.
Sicché, per fronteggiare questa situazione molto diversa da quella del ‘900, occorrerebbe riorganizzare la Democrazia. Attraversotrepercorsi:il controllo pubblico del web (da un Ente di forte e riconosciuto prestigio come l’Onu (?); l’educazione capillare dello “spirito critico”- con particolare cura per i più deboli e quindi rafforzando particolarmente la Scuola;una riconsiderazione dei “meccanismi” di Rappresentanza che rivalutii partiti (che-non a caso- son quasi universalmente… bistrattati!). Senza di essi con quali altri mezzi far valere gl’interessi delle moltitudini “non capitaliste”, difendere gli spazi di libertà per unbenessereesteso al massimo numero possibile? Non è dunque da escludere che, al fondo, lo sciopero del 16 prossimo possa concorrere a questa consapevolezza!
*GIÀ SOTTOSEGRETARIO DI STATO