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MONTA LA POLEMICA SUL CASO STABILE

Dopo la purga, Summa (Cgil): «Basta con ingerenze politiche sulla gestione amministrativa di Regione ed Enti»


LFC BRAIA: «GESTIONE DITTATORIALE DELLA COSA PUBBLICA». CIFARELLI: «MAGGIORANZA DEBOLE E CONFUSA»


Oltre a quanto previsto nel Titolo V dello Statuto regionale della Basilicata, il riferimento è alla separazione tra l’indirizzo politico e la gestione, come giustamente ricorda il segretario regionale della Cgil, Angelo Summa, «la separazione del ruolo politico e quello amministrativo sancito dal decreto legislativo 29 del 1993 è cardine fondamentale nella gestione della cosa pubblica».

Per questi e altri motivi, dopo la defenestrazione di Roberto Stabile dalla presidenza della Lucana Film Commission, per ordine di Bardi previa esecuzione del capo di Gabinetto Busciolano che nel CdA della Fondazione ha poi provveduto a ratificare la revoca dell’incarico, Summa, ancora una volta, è tornato a chiedere: «Basta con queste ingerenze politiche sulla gestione amministrativa della Regione e degli enti sub regionale».

«Ci si fermi – ha proseguito il segretario regionale della Cgil – e si valutino i dirigenti secondo i principi sanciti dalla legge e dai contratti che sono incardinati nel sistema della valutazione. Valutazione, obiettivi misurabili e risultati. Sono questi gli unici criteri da adottare per le nomine di enti di vitale importante per la regione».

«Su questo – ha spiegato il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa – faremo la nostra battaglia affinché non venga scardinato il livello dirigenziale e amministrativo della nostra regione. Contrariamente a quanto si affermi, la dirigenza amministrativa lucana negli anni è stata tra le più efficienti del sud e ha contributo a far della Basilicata la regione che meglio delle altre ha saputo utilizzare le risorse dei fondi comunitari». «Ci si fermi, si mettono al centro gli interessi generali – ha concluso Summa – e si metta fine a questa lunga stagione di occupazione dei ruoli dirigenziali con figure mediocri che hanno dalla loro parte solo il merito dell’appartenenza politica ».


L’«editto bulgaro»: «Bardi è ai titoli di coda»

Per Cifarelli il caso Stabile è «l’ennesimo segnale di debolezza di una maggioranza con poche e confuse idee»

Il Consiglio generale della Fondazione Lucana Film Commission ha revocato l’incarico a Roberto Stabile Presidente della Fondazione nominato a novembre dello scorso anno. La motivazione della «improvvisa defenestrazione», come riportato da Cronache Lucane e come ricorda il capogruppo consiliare del Partito democratico in Regione, Roberto Cifarelli, è da ricondurre alle dichiarazioni di Stabile rilasciate a un quotidiano nazionale l’11 novembre che sono state, in modo anomalo, dal presidente Bardi, «ritenute lesive sia delle due città capoluogo, sia dell’Ente Regione nel suo complesso ».

«Il massimo rappresentante della Film Commission Lucana – ha proseguito Cifarelli – aveva denunciato le manchevolezze delle amministrazioni comunali di Potenza e Matera distratte, a suo dire, da inutili e provinciali battaglie di campanile e soprattutto la debolezza della Regione guidata da una maggioranza divisa e poco coesa incapace di sostenere l’attività della Film Commission con provvedimenti amministrativi coerenti alla sua mission.

Senza entrare nel merito delle ragioni e dei torti di ognuno, questa vicenda, però, lascia chiaramente trasparire il doppiopesismo degli attuali amministratori regionali». «Infatti – ha aggiunto Cifarelli -, se ad alcuni dirigenti di nomina politica, come il Dg dell’Arpab Tisci vengono perdonate dichiarazioni fuori luogo altrettanto lesive dell’immagine dell’Agenzia e della Regione Basilicata, con altri, con un curriculum di tutto rispetto e meno amico come Stabile, si passa alle “maniere forti”…. senza remissione di peccato. Insomma, con gli amici le dichiarazioni pubbliche si “interpretano” senza sanzione alcuna, invece a chi non si allinea al pensiero unico dominante si applica la punizione più severa. Tutto ciò poi avviene in un àmbito, quello culturale e cinematografico, in cui la creatività, l’estro , la circolazione delle idee, in pratica la libertà di pensiero dovrebbero segnare la differenza tra l’ordinaria e stanca amministrazione e l’amministrazione virtuosa di un soggetto con finalità pubbliche così particolari».

«Quanto è avvenuto – ha conconcluso il consigliere regionale del Partito Democratico – rappresenta l’ennesimo segnale di debolezza di una maggioranza che avendo poche idee e confuse crede di poter risolvere le sue contraddizioni a colpi di “editti bulgari” senza accorgersi di trovarsi con i titoli di coda già sullo schermo».


 

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