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ADDII AL VETRIOLO: «AVANTI GLI INDAGATI PER MAFIA E NON LE PERSONE PERBENE» IL PARTITO: «LORO SONO FUORI GIÀ DA TEMPO»

Duro attacco ai vertici del partito da parte di Grilli, Osnato,Tarallo, Fazzino, Paladino e Tedesco: «Credevamo nel progetto ma il partito ci ha isolato»


I candidati delle liste della Lega alle elezioni regionali del 2019 Antonella Grilli da Grottole, Francesco Osnato da Lauria e Mariassunta Tarallo da Maratea, unitamente ai militanti Antonio Fazzino, Camillo Paladino e Roberto Tedesco, hanno comunicato in una apposita conferenza stampa di lasciare il partito del Carroccio. Le ragioni alla base della diaspora dei militanti dal partito della Lega in Basilicata risiederebbero, secondo quanto dichiarato dai loro ex esponenti, nei dissapori e in una profonda critica all’operato dei quadri dirigenti del partito in regione.

«Non c’è stato un raccordo con i territori delle cui istanze noi dovevamo essere portavoce – spiega Francesco Osnato – e non siamo stati legittimati sui nostri territori e ad un certo punto siamo stati visti come ospiti nel partito. Abbiamo cercato vanamente un contatto con la segreteria regionale ma, pur sapendo che tra candidati e partito c’è un rapporto paritario, noi ci siamo proposti e loro ci hanno dato una opportunità, e che non riceveremo riconoscimenti per il nostro contributo, ma non ci stiamo a farci trattare così».

«Sono consigliere comunale di Lauria dal 2001. Se la Lega non ha ritenuto opportuno investire in me o in qualsiasi altra persona su un territorio che ha prodotto personalità politiche del calibro dei Pittella si può presumere soltanto una cosa e cioè che, evidentemente, c’è trasversalità ovvero che si può non toccare quel territorio in cambio di altro» conclude Osnato.

Profonda l’amarezza e la delusione anche dell’avvocata Antonella Grilli, una delle fondatrici della Lega in Basilicata. «Purtroppo – aggiunge – la Lega da noi ha solo preso, la nostra professionalità, la nostra dignità, il nostro saper fare. E ha preso i voti. In cambio ci ha trascurati, ignorati, non ha ascoltato le istanze dal territorio che attraverso di noi venivano portate ai palazzi regionali. Grazie anche al nostro contributo la Lega ha acquisito una larga maggioranza in Consiglio regionale ma quando poi, nella collegialità, avremmo dovuto attuare il cambiamento, nulla si è verificato ».

Non solo. La Grilli tra i motivi dell’abbandono ci ha tenuto a precisare che c’è stato un altro elemento dirimente: «Questa Lega non ci appartiene e mi rifaccio ai fatti di Scanzano dove ci sono stati dei candidati che hanno avuto l’avallo della Lega pur avendo a carico delle gravi imputazioni per mafia. Io stessa, pur essendo una persona retta, non ho mai ricevuto lo stesso appoggio nonostante ho sempre dato un fortissimo apporto alla Lega.

Questi fatti sono la motivazione fondamentale per cui oggi ci vediamo costretti ad abbandonare la Lega». Infine i militanti della prima ora, come Antonio Fazzino, che con amarezza annunciano il loro allontanamento dal partito a causa di una dirigenza totalmente assente. «Io credevo nel progetto Salvini e nella Lega in Basilicata – prosegue – ma il partito ci ha isolato». Sul commissario Marti. «Non posso giudicarlo – conclude Fazzino – perché non ho elementi. È stato inesistente, assolutamente non pervenuto».

 


LA REPLICA DI MARTI AI SEI


«Si tratta di persone fuori dalla Lega da un bel pò. Ennesima ricerca di notorietà»


«Ho appreso di una surreale conferenza stampa che, a detta degli organizzatori, avrebbe riguardato la Lega ed alcuni ex candidati e militanti che ne sarebbero fuoriusciti oggi. In verità, trattasi di persone che sono fuori dal movimento da un bel po’ di tempo, alcune delle quali anche annunciandolo con roboanti comunicati». Così il Commissario della Lega Basilicata per Salvini Premier, Roberto Marti prova a difendersi dalle accuse ricevute dai sei, tra militanti e eletti del Carroccio (vedi articolo di fianco), che con tanto di conferenza stampa hanno annunciato non solo l’uscita dal Corroccio ma anche il modus operandi del partito che sarebbe stato almeno nei loro riguardi poco inclusivo e più attento alle condizioni personali che del territorio.

Il senatore Marti però rispedisce al mittente le accuse e precisa che: «Evidentemente la conferenza stampa odierna rappresenta l’ennesimo tentativo, posto in essere dai soliti, per provare ad avere un attimo di notorietà. Per fortuna, nelle scorse settimane – ed ancora accadrà nel prossimo futuro – tante sono state le nuove adesioni di donne e uomini che si apprestano ad essere ottimi dirigenti, responsabili e di buonsenso, che tengono alla loro terra e al movimento, invece che alla carriera personale». «Si cambia spartito, basta con la ricerca bramosa di prebende: la Lega si serve, della Lega non ci si serve. Avanti tutta!»

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