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MERITO? NON CHIEDETELO A BARDI

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La meritocrazia compie 63 anni, ma non abita certo nei pressi della Regione Basilicata. Nata dalla penna di Michael Young, la parola nonostante la sua vocazione salutare e riformista serva a spolverare le anticaglie della pubblica amministrazione con la cura democratica della trasparenza e della competenza, è finita nella cristalleria immobile della politica dell’anziano governatore Bardi e nel suo nulla dialettico con cui ormai si diverte, quasi quotidianamente, a prendere in giro i lucani. Ora lasciamo stare la corte dei miracoli con cui da Napoli e dintorni ha ripopolato molte poltrone regionali, a totale discapito del genius loci che pure da queste parti esiste e brilla e che meriterebbe di essere messo alla prova dei fatti, ma come si fa a sciacquarsi la bocca sul passo nuovo e meritevole di questo centrodestra caricaturale e poi premiare chi non riesce nemmeno a spendere i soldi del FSE, certificando la spesa più bassa d’Italia o fare ancora peggio aumentando gli stipendi ai manager delle aziende sanitarie nonostante le liste d’attesa siano davvero infinite e totalmente irrispettose dei diritti di salute dei cittadini. Ha scritto Vittorio Zucconi: “Duro ammetterlo, ma se non si riconosce il demerito non si potrà mai valorizzare il merito”.

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