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CONSIGLIO, SPIFFERATO IL “PATTO DI LEALTÀ”

La maggioranza trincerata dietro il negazionismo, ne disconosce l’originalità


CAOS MATERA SUL “PROTOCOLLO DI SOPRAVVIVENZA”, BENNARDI ANCORA IN DIFFICOLTÀ


I momenti di tensione durante l’ultimo consiglio comunale sono stati più di uno, ma non sono mancati anche alcuni colpi di scena come ad esempio il momento in cui il Sindaco si è complimentato con l’assessora alle attività produttive Maria Pistone per la sua “bellissima chioma” o il momento decisamente più serio in cui la consigliera Milena Tosti di Matera Trepuntoero ha svelato, dandone integrale lettura, i segreti del “patto di lealtà”.

Si tratta di un accordo non ancora reso pubblico, che il Sindaco Bennardi avrebbe fatto firmare a tutta la maggioranza per suggellare il ritrovato accordo di coalizione ed evitare futuri colpi di testa o pretese da parte di singoli consiglieri comunali o assessori. Quanto alla consigliera Tosti, che si è detta in possesso del documento, va detto che insieme alla collega Scarciolla facevano parte della cosiddetta maggioranza critica e poi, estromesse dalla nuova giunta, hanno ufficializzato il loro passaggio all’opposizione. «Abbiamo ricevuto il famoso patto – ha detto Tosti – il giorno 11 novembre, lo abbiamo letto non ci è piaciuto per niente perché è poco democratico».

Il patto sarebbe stato paradossalmente inviato dal sindaco anche a Tosti e Scarciolla sebbene ormai si fosse già decretato di escluderle definitivamente dalla maggioranza. «Abbiamo visto – ha proseguito Tosti – che il 21 novembre è stata fatta una revisione del patto e quella originale che non è secretata e ora lo leggo a tutti». E così in pieno consiglio, tra i clamori della maggioranza, il “Patto Bennardi 2021-2022” e le regole in esso contenute sono diventati ufficiosamente di dominio pubblico.

Tra i punti principali si dice nel patto che “Il nuovo assetto della città dovrà considerarsi valido per almeno un anno e che lo stesso non potrà essere variato prima della scadenza fissata”. Tra le regole contenute nel patto e definite più “liberticide” la consigliera Tosti ha citato la seguente: «Le decisioni su provvedimenti importanti tipo bilancio dovranno essere preliminarmente condivise in appositi incontri di maggioranza che dovranno poi tramutarsi in consiglio nella votazione unanime di tutti i consiglieri».

Una regola che ovviamente ha scatenato le critiche da parte dell’opposizione perché priverebbe del tutto della sua autonomia non solo i singoli consiglieri, ma snaturerebbe della sua funzione il consiglio comunale stesso. Ecco perché successivamente Tosti lo definisce un “patto manette”. Ma mentre tutti gli spettatori del consiglio credevano che finalmente il mistero del “patto segreto” fosse stato svelato, c’è stato un altro colpo di scena, il capogruppo consiliare del M5S Salvatore, prendendo la parola ha detto: «Quello che è stato letto non c’entra niente col documento da noi sottoscritto». Inutile descrivere la delusione di tutti i presenti, ma se non altro per la caccia al “patto di sopravvivenza” prosegue.


 

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