BasilicataBlogLettere Lucane

LO SPETTRO DELLA MAFIA NELLA BASILICATA DI OGGI

Lettere lucane

Chi mi ha letto negli anni – soprattutto negli anni ‘10 – sa quanto io mi sia rifiutato di avallare le posizioni di quanti, a partire da Libera Basilicata, insistevano molto nel considerare la Basilicata terra di mafie. Lo consideravo un’esagerazione; e non già per un pregiudizio, bensì per un’analisi laica dei dati sulla sicurezza nella nostra Regione. Anche oggi io considero la Basilicata una terra con una bassa presenza mafiosa, eppure qualcosa è cambiato, nella mia percezione. L’indagine “Lucania felix” ha svelato un sodalizio criminale – quello del clan Martorano-Stefanutti di Potenza – non soltanto attivo con pratiche violente e intimidatorie nell’economia e nella società lucana, ma anche ritualmente affiliato con importanti famiglie della ‘ndrangheta. Fino a qualche anno fa pensavo che la Basilicata avesse gli anticorpi per respingere gli assalti delle tre grandi mafie limitrofe; oggi, al contrario, sento crescere in me una preoccupazione, anzitutto perché noto un inesorabile sgretolarsi di valori tradizionali, e poi perché vedo una crisi economica accoppiata a un arrivismo senza scrupoli – e penso a quel che accade sul versante droga. Noi dobbiamo ringraziare le forze dell’ordine per queste puntuali indagini sul territorio; e dobbiamo sperare che nei prossimi non nasca – favorita da un clima sempre più degradato – la tanto temuta mafia autoctona, e che sinora non è mai nata, anche grazie agli interventi tempestivi delle forze dell’ordine e della magistratura. L’operazione “Lucania felix” mi auguro possa sensibilizzare tutti – senza cacce alle streghe o campagne demagogiche – sull’importanza della legalità. Perché se ai problemi strutturali che tutti conosciamo – spopolamento, disoccupazione, bassa produttività – si dovesse aggiungere anche il fenomeno mafioso, allora per la Basilicata potrebbe davvero iniziare una stagione buia.

diconsoli@lecronache.info

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti