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LA DIA IN BASILICATA? BOH…MAH…

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Ci vuole davvero faccia tosta ad esprimere   apprezzamento per l’operazione condotta dalla Procura distrettuale di Potenza contro il clan Martorano-Stefanutti e poi non assolvere al compito che pure con significato e importanza il Consiglio regionale ha assegnato al settantenne governatore Vito Bardi per compulsare, fin quasi al mobbing istituzionale, il ministro Lamorgese sull’urgenza necessitata di una sezione lucana della DIA. Ora lasciamo stare l’obbedienza di questa maggioranza cialtrona e d’imbarazzo che si zittisce sempre e su cui, invece, avrebbe motivo di alzare la voce e manifestare salutare indignazione, ma che dire della distrazione cognitiva dell’opposizione, sempre più accomodata a non disturbare l’anziano manovratore del nulla ed unita in una comunità complice ed irrappresentabile che non lascia facili speranze nemmeno al riscatto della Basilicata. Tutto questo per dire che il cruccio di Francesco Curcio, magistrato tra i più bravi d’Italia e pieno di pathos legalitario, ha bisogno di essere sostenuto con i fatti piuttosto che con le chiacchiere cerimoniali. Ha scritto Giovanni Falcone: “Se si capisse che questo deve essere un impegno straordinario nell’ordinarietà certamente le cose andrebbero molto meglio”.

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