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BARDI, DEMOGRAFO NAPOLETANO

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Dopo quasi 3 anni di nulla, Vito Bardi s’accorge che il problema della Basilicata è lo spopolamento che nel piano strategico ha “dati oggettivamente drammatici”. Ora l’enfasi apocalittica, almeno per chi conosce la Basilicata e non la guarda magari dal balcone di Napoli, vale quanto la scoperta dell’acqua calda perché già Istat e Svimez hanno avvertito del declino. Eppure se l’analisi è nota, è la ricetta del governatore a preoccupare per via della solita molla di approssimazione. Innanzitutto va detto che la caduta demografica non è un affare privato della Basilicata,  ma riguarda tutto il Mezzogiorno e che per questo pretende il fronte comune delle Regioni sul governo e non certo il piccolo fallimentare raccontato da Bardi o i selfie cerimoniali coi ministri forzisti. Nella fuga biblica, inoltre, c’entra non solo il lavoro che manca, ma la sanità lenta e la Regione divenuta ormai il muro del pianto; c’entrano le infrastrutture inesistenti e la cultura non sostenuta che pure potrebbe sollevare i giovani a sognare e sopratutto a rischiare. Tutte questioni, sotto la presidenza Bardi, ancora irrisolte nonostante il suo trionfalismo vanesio. Ha scritto Stanislaw Jerzy Lec: “La produzione dei pensieri tiene il passo con l’incremento demografico”.

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