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ZES, IMPRESE ABBANDONATE

Non solo Piano strategico regionale, stallo totale su autorizzazioni e agevolazioni fiscali


In tema di Zone economiche speciali (Zes), la Regione Puglia ha iniziato a premere sull’acceleratore, mentre la Regione Basilicata, strettamente collegata alla prima per via della istituita, nel 2019, Zes Ionica Interregionale, resta a guardare e le conseguenze negative dell’immobilismo già sono manifeste a più livelli. Fiscalità di vantaggio e semplificazioni amministrative restano in Basilicata chimere perché gli imprenditori interessati non hanno in Regione un destinatario deputato ad accogliere le istanze. Su tutti, poi, manca il Commissario che è l’autorità terminale di un iter burocratico che via via dal Governo è stato parzialmente ridotto al fine di velocizzare gli investimenti.

Per quanto la questione sia strutturalmente articolata, risolvendosi in più piani di competenze e gerarchie che dai territori regionali arrivano sino al Consiglio dei Ministri, per sintesi e relativamente al fronte lucano, è sufficiente fare riferimento, per la comprensione dell’attuale bivio, fallimento o avvio di un percorso di rilancio, a due macro categorie: l’ordinario e lo straordinario. In nessuna delle 2, in Basilicata le cose funzionano. Sullo straordinario, al momento, limitato il campo d’interesse al Piano nazionale di resistenza e resilienza, risulta che la Regione ha avanzato 4 progetti per un totale di 110milioni di euro: Zes Tito (20milioni), Zes Jesce e La Martella, Matera (30 milioni), Zes Melfi (15milioni), Val Basento (45milioni).

In base alle legge regionale del marzo scorso, quella di costituzione della Società aree produttive industriali Basilicata SpA, la competenza in materia di razionalizzazione e unificazione delle misure da attuare nelle Zone economiche speciali e nelle Zone Franche Doganali, è stata trasferita proprio all’ApiBas SpA. In tema Zes, però, manca il Commissario per cui in Basilicata, al momento, tanto lo straordinario quanto l’ordinario sono scatole, sulla carta, colme di “meraviglie”, ma ancora vuote nella realtà. Tra le altre cose, per esempio, la legge prevede che l’autorizzazione unica dei progetti all’interno della Zes deve essere rilasciata dal Commissario in esito ad apposita conferenza di servizi.

Così alta, cioè bassa, l’attenzione dell’assessore regionale alle Attività produttive, Franco Cupparo, che al Dipartimento al suo assessorato collegato, anche a seguito dell’ultimo interpello interno, l’Ufficio promozione aree Zes è rimasto casellina vuota, non essendoci stata assegnazione specifica e diretta di un dirigente. Dettagli, altri ancora se ne potrebbero citare, nei dettagli. Sull’ordinario, la Regione sembra impantanata anche sui benefici fiscali da applicare alle aziende in zona Zes.

Il Decreto semplificazioni ha rafforzato la portata incentivante del credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali quali macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive nelle Zone economiche speciali, ossia l’agevolazione dedicata alle Zes basata sull’impianto del credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno. Inoltre, è previsto come il beneficio fiscale si estenda anche all’acquisto di immobili strumentali agli investimenti, anche mediante contratti di locazione finanziaria. Le Zes, tra i requisiti di riconoscimento necessaria un’area portuale con determinate caratteristiche, sono state pubblicizzate anche come attrattive per gli investitori stranieri.

Se i lucani, l’“ordinario”, dato lo smarrimento della Regione, non possono proseguire con i loro progetti, figurarsi gli stranieri, lo “straordinario”. Oggi a Potenza, il convegno di Confindustria, “Motore Mezzogiorno, ripartenza Italia”, con la presenza dei due Ministri Mara Carfagna ed Enrico Giovannini, rispettivamente del Sud e della Coesione territoriale e delle Infrastrutture e della Mobilità. Sarà presente anche il presidente della Regione, Vito Bardi, persistendo nella foga di autoreferenzialità che non di rado ha già prodotto distorsioni non solo comunicative, twittando l’evento ha aggiunto: «Al centro del piano strategico della Regione Basilicata ci sono le imprese ». Dal riferimento generico alle imprese, sicuramente si può escludere la categoria di quelle delle Zes poichè abbandonate dalla Regione.


 

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