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“RE” CARMINE NON MOLLA IL REGNO

Cicala notifica al suo partito e ai colleghi di non voler lasciare la presidenza


Il “Re” Cicala vuole tenersi stretta la corona, rinunciando anche solo a considerare l’abdicazione, e, così, il rimpasto di Giunta regionale si complica. Seppur ridotto nel corso dell’attuale legislatura, il multipartitismo della coalizione regionale di centrodestra, che ai nastri di partenza con Idea e Basilicata positiva annoverava 5 fazioni distinte, continua a causare una marcata instabilità governativa non in riferimento alla durata del mandato elettivo, finchè c’è poltrona, c’è vita, ma in relazione all’efficienza dello stesso.

Per come sono andate le cose finora, sembra piuttosto evidente che un vero e proprio patto di coalizione con annessi oneri politicamente serrati, il centrodestra lucano non l’abbia mai fatto, nè pre nè post regionali del marzo 2019.

Dal presidente Carmine Cicala, a tutti gli altri 4 componenti, l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, come è noto, è ormai scaduto e l’Assise deve, la prima occasione utile è già sfumata, rinnovarlo. Ma c’è un però importante: il “Re” ha un margine operativo non indifferente e intende sfruttarlo tutto. Come da Statuto regionale, i componenti dell’Ufficio di Presidenza sono rieleggibili. In assenza di un patto di coalizione, i partiti che la compongono, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, certamente, come accaduto sin dall’esordio legislatura, continuano e continueranno a scontrarsi a colpi di peso elettorale acquisito, anche se con ogni probabilità non più effettivo, e lo stesso fanno tra loro i singoli eletti. Questo, per Carmine Cicala, un punto di forza che non ha mancato di notificare ora all’alleanza di centrodestra.

Non vuole lasciare la presidenza del Consiglio, perchè il più votato in assoluto dopo il collega di partito Fanelli. Se Pittella fece il vuoto nel centrosinistra, lo stesso si può dire di Fanelli che dall’alto delle sue oltre 7mila preferenze può guardare dall’alto tutti gli altri componenti della coalizione. Dopo Fanelli, però, c’è, per l’appunto, Cicala con i suoi oltre 4 mila voti raccolti.

E Cicala, come riportano i rumors dalle trattative per il rimpasto di Giunta, non è disponibile a fare un passo indietro nè per il “bene” della coalizione, nè tantomeno per quello della Lega. L’ipotesi di rimettere a disposizione la casellina per ricompattare la maggioranza non rientra nei piani di “Re” Carmine. O resta dove sta oppure ad insistenze persistenti, lo spauracchio dell’“equipollenza” è già pronto per l’uso. L’“equipollenza” sarebbe quella che, in linea astratta, pone sullo stesso piano la poltrona di assessore regionale con quella della presidenza del Consiglio.

Per cui, seguendo il solco, se la seconda è da lasciare libera, allora chi la lascia va alla prima. La situazione così delineata, complica inevitabilmente e ulteriormente i piani del presidente della Regione, Vito Bardi, e soprattutto complica anche quelli di Fratelli d’Italia che nonostante ha infoltito la “pattuglia” in Consiglio, legislatura facendo, è quella con meno postazioni scontando il gap iniziale. Per Fratelli d’Italia, inoltre, una casella più che bloccata: è quella dell’assessore all’Ambiente Gianni Rosa, assolutamente intoccabile, sia perché nelle grazie del presidente Bardi che in quelle della leader nazionale Giorgia Meloni.

 

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