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LA MANO SINISTRA DI SPERANZA

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Solo un governo interamente costruito sullo stato d’eccezione della pandemia e sulle ammucchiate di autoconservazione parlamentare può sopportare come ministro della salute Roberto Speranza, Amleto di sinistra e del tutto inconcludente ad ogni minimo merito che deve pur avere la politica, soprattutto in questo tempo di malafede, tanto per riprendere in mano ed usare il nostro Nicola Chiaromonte. Ora dopo aver dato alle stampe un libricino prematuro che ha fatto ululare di risate perfino le Iene oltre che arricchito i rigattieri di chincaglieria demodé e dopo aver propiziato ad Acquirente Unico il suo sodale di partito e pensionato Filippo Bubbico, Speranza tenta il colpaccio con la designazione in CdM del sub commissario alla sanità calabrese Ernesto Esposito, già tristissima conoscenza dei lucani oltre che indagato dalla Procura di Potenza. Tutto questo per dire che siffatta sinistra al governo fa solo danni, smarrendo la sua cultura di critica al potere ed ai privilegi e sostituendo la protezione dei lavoratori con quella più vantaggiosa degli amministratori delegati. Canta Léo Ferrè: “Non ce n’è neanche uno su cento e tuttavia esistono. Si tengono ben stretti a braccetto, allegri. Ed è per questo che sono sempre in piedi”.    

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