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PIPPONZI: «IN UN ANNO 155 PERSONE SI SONO DIMESSE, 147 SONO DONNE»

LAVORO E FAMIGLIA Presentato dalla Consigliera regionale di Parità e dall’Ispettorato del Lavoro il “Rapporto regionale sulla convalida delle dimissioni per l’anno 2020”

POTENZA. Presso la Sala Inguscio a Potenza la consigliera regionale per le pari opportunità, Ivana Pipponzi ha presentato il rapporto sulla convalida delle dimissioni delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri per il 2020. Al tavolo dei relatori vi erano anche i direttori generali dell’ispettorato del lavoro, e del dipartimento regionale del Lavoro, rispettivamente, Michele.
«Come ogni anno presentiamo questo rapporto in sinergia con l’ispettorato del lavoro – spiega la consigliera di Parità Ivana Pipponzi – e sono 155 tra lavoratrici e lavoratori che si sono dimessi. Ben 147 sono donne di cui 38 nella provincia di Matera. Otto lavoratori padri si sono dimessi, di cui 7 su Potenza e uno su Matera. Nel 90% dei casi le donne hanno dato come motivazione delle dimissioni la mancata conciliazione dei tempi di vita e temi di lavoro. Quindi, per esempio, o non ci sono oppure gli asili nido costano tanto, non ci sono asili aziendali. Ancora non ci sono familiari come i nonni di supporto per tenere i bambini a casa». Per gli uomini. «I lavoratori maschi -aggiunge la consigliera Pipponzi – si sono dimessi perché sono passati ad un’altra quindi sono delle motivazioni totalmente differenti e fanno comprendere che i carichi familiari sono tutto appannaggio della madre. Quindi noi assistiamo purtroppo alla solita situazione che vede la lavoratrice madre co. Bambini da zero a tre anni che deve operare questa inaccettabile scelta se continuare a lavorare oppure se deve curare i propri figli. Questa è una situazione che non possiamo accettare ed e proprio per questo che attraverso questi dati preziosi e precisi che interiamo sollecitare la regione».
«Ho avuto modo di riferire questa situazione all’assessore Cupparo -spiega ancora- Sono dati molto importanti per poter tarare le future politiche attive del mercato del lavoro. Con un PNRR tarato in gran parte sulla parità salariale e di genere, soprattutto sull’implementazione degli asili nido credo che non possiamo perdere tale opportunità. Dobbiamo lavorare per incentrare le politiche attive regionali nell’ambito del lavoro femminile utilizzando questi dati e sviluppando al meglio le risorse economiche e quindi creare strutture come asili nido, implementare asili aziendali. Un’altra situazione che può aiutare le madri lavoratici è senz’altro il tempo pieno nelle scuole».Il raffronto con l’anno precedente. «Registriamo una flessione del 40% rispetto all’anno precedente – conclude la consigliera di pari opportunità, Ivana Pipponzi – ma ciò non significa che si è lavorato bene in termini di strutture o sostegno alla maternità ma solo perché con il lockdown c’è stato il blocco dei licenziamenti da una parte e d’altra è stato utilizzato come misura emerge sia le obbligatoria lo smart home working. Quindi le donne lavoratrici hanno lavorato da casa. Un obbligo di modalità lavorativa che certamente ha aiutato la possibilità di consiliare vita lavori ma sarà interessante verificare cosa accadrà per l’anno successivo quando lo smart working è in percentuale nettamente inferiore».

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