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MSF : GUARDARE OLTRE

Il cinquantesimo anniversario di MSF è un’opportunità per ripercorrere decenni di collaborazioni tra l’organizzazione umanitaria premio Nobel per la pace e la storica agenzia fotografica

#msf #50yearsofhumanity


Ventidue anni fa, il 10 dicembre del 1999, Medici Senza Frontiere (MSF) riceveva il Premio Nobel per la Pace “in riconoscimento del lavoro umanitario pionieristico realizzato in vari continenti” e per onorare lo staff medico dell’organizzazione impegnato a curare decine di milioni di persone in tutto il mondo.


A seguito di questo riconoscimento, MSF lanciava la Campagna per l’Accesso ai Farmaci essenziali per promuovere l’accessibilità delle cure, stimolare la ricerca e sviluppo di terapie innovative e abbattere le barriere politiche, economiche e legali che impediscono alle persone di ricevere i trattamenti di cui hanno bisogno.

GUARDARE OLTRE- Mostra fotografica a cura di MSF e Magnum Photos

Da 50 anni le équipe di Medici Senza Frontiere e i fotografi di Magnum si incontrano negli stessi scenari – zone di guerra, crisi umanitarie, emergenze – e agiscono come amplificatori per far conoscere al mondo le crisi che si consumano nel silenzio generale.

Portando cure e assistenza alle popolazioni più vulnerabili, le équipe di MSF sono testimoni delle sofferenze che queste vivono lontano dagli occhi di tutti.

Fissando immagini nell’obiettivo della macchina fotografica, e riportandole al pubblico internazionale, i fotografi di Magnum testimoniano la forza e la resilienza di persone e comunità.

Il cinquantesimo anniversario di MSF è un’opportunità per ripercorrere decenni di collaborazioni tra l’organizzazione umanitaria premio Nobel per la pace e la storica agenzia fotografica.

Questa collaborazione ha quindi dato vita ad un progetto sia narrativo che visivo, con l’obiettivo di raccontare storie di umanità. Un progetto che offre al pubblico una selezione di 24 fotografie dagli archivi Magnum che raccontano le principali crisi umanitarie dal 1971 ad oggi, completata da una serie di 4 nuove produzioni che gettano luce su alcuni scenari di crisi attuali nei quali MSF è impegnata in prima linea.

foto 1
Thomas Dworzak
1/12
Sudan, Campo Um Rakuba
SUDAN. Um Rakuba Camp. 2020/12. Etnia Tigray, etiope, rifugiati fuggiti dall’offensiva militare del governo centrale contro quello che è percepito come separatismo dal governo regionale del Tigray e dal suo ramo militare TPLF. Quando attraversano il Sudan, i rifugiati vengono trasferiti e si stabiliscono a Um Rakuba, che era già un sito di campi durante la carestia del 1984. MSF gestisce le forniture d’acqua e ha una clinica di emergenza nel campo
foto 2
Yael Martinez
2/12
Messico, Karen Yoselyn Reyes, 7 anni
MEXICO. Marzo 2021. Karen Yoselyn Reyes, 7 anni, ha viaggiato a piedi per 12 giorni con sua madre s ua sorella piccola da Yoro, Honduras. La sua più grande paura era che sua madre non riuscisse a salire sul treno perché portava in braccia la sua sorellina
foto 3
Thomas Dworzak
3/12
Sudan, Villaggio 8, Al Hashaba
SUDAN, regione di Gedaref, confine orientale con l’Etiopia/regione del Tigray. Al Hashaba. 2020/12. Rifugiati fuggiti dall’offensiva militare del governo centrale contro quello che è percepito come separatismo dal governo regionale del Tigray e dal suo ramo militare TPLF. Quando attraversano il Sudan, i rifugiati si stabiliscono in una zona non occupata, case incompiute al villaggio 8 di Al Hashaba, costruite per il reinsediamento sudanese locale dopo la costruzione di una diga sul fiume Tekeze. Alcune famiglie e militari sudanesi vivono nel campo, villaggio di Al Hashaba. Il governo sudanese cerca di trasferire i rifugiati nel campo di Um Rakuba .MSF gestisce le forniture d’acqua e dispone di una clinica di emergenza nel campo
foto 4
Yael Martinez
4/12
MESSICO. Reynosa. Maggio 2021. Cindy Caceres, 28, Carlos Roberto Tunez, 27, tentano di trovare asilo politico negli Stati Uniti dopo essere fuggiti dall’Honduras per salvarsi la vita
foto 5
Newsha Tavakolian
5/12
Tre giovani adolescenti in piedi in un campo appena dietro le loro capanne, nel villaggio di Drodro. La mancanza di strutture scolastiche gratuite, la disoccupazione e le infrastrutture di base mentre vivono in un conflitto continuo, toglie quasi tutte le speranze e i sogni dei giovani qui. La delusione per la vita e la mancanza di prospettive porta alla noia permanente e, a volte, alla rabbia bollente
foto 6
Newsha Tavakolian
6/12
Christine
Christine, 30 anni, tiene in braccio il suo bambino, un maschio. Il suo villaggio è stato attaccato dai ribelli, Christine è scappata con i suoi sette figli e ha trovato rifugio nella vecchia chiesa di Drodro
foto 7
Lorenzo Meloni
7/12
Mosul
IRAQ. Periferia di Mosul. Marzo 2017. Civili in fuga da Mosul
foto 8
Moises Saman
8/12
Bangladesh
BANGLADESH. Anjuman Para. 16 ottobre 2017. I rifugiati Rohingya attraversano il fiume Naf dal Myanmar al Bangladesh
foto 9 
Gilles Peress
9/12
Ruanda
RUANDA. Kabgayi. 1994. Ospedale vicino a un campo
foto 10
Enri Canaj
10/12
Samos, Grecia
Un giovane ragazzo siriano uscito dal mare dopo aver tentato di imparare a nuotare. Tutti i richiedenti asilo possono rimanere fuori dal campo fino alle 19:00, dopo quest’ora devono rientrare. Questa è una misura dovuta al Covid-19, ma solo per le persone che vivono nel campo, non per i locali. Samos, Grecia-luglio 2020
foto 11
Raymond Depardon
11/12
Beirut
LIBANO. 1978. Beirut. Guerra civile. Cecchini
foto 12
ENRi CANAJ
12/12
Campo di Moira
Distribuzione di cibo al campo di Moria. Lesbo Grecia 2020

Ingresso gratuito previa prenotazione QUI

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