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LA “GUERRA” DEL PNRR È ORMAI INIZIATA, MA ANDRETTA SEMBRA PREFERIRE LA RIFORMA DAL “SERVIZIO MILITARE”

Tensione massima tra la Regione e l’Au di Aql che dopo 2 mesi ancora non sceglie il Dg: l’ipotesi danno erariale prende forma

Sempre più concitate e tese le relazioni tra Acquedotto lucano e la Regione Basilicata: la stranamente ferma pratica del Direttore generale è soltanto la classica punta dell’iceberg. Il sommerso, è molto più “alluvionato” di quanto si possa stimare. Se l’Amministratore uni-co Andretta soffre, non sapendole gestire, le ingerenze della politica, la politica, a partire dal presidente della Regione, Vito Bardi, persiste in una sorta di omertosa complicità coprendo, direttamente o indirettamente, le mancanze dell’Au.
Allo stato attuale, la più grande azienda pubblica regionale, non sapendo amministrare l’ordinario, è di conseguenza esclusa dallo straordinario. Acquedotto lucano sembra arrivare impreparato alla decisiva sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza e, contestualmente, ancora non trova soluzioni per problemi di quotidiana conduzione come, a titolo esemplificativo poichè la lista sarebbe ben più corposa, può essere quello dei nuovi allacci. Più trascorre, senza apparente motivazione logica, il tempo e maggiormente prende forma quell’ipotesi di danno erariale sull’affidamento diretto da oltre 24mila euro, in favore della Randstad, per l’Avviso pubblico finalizzato all’individuazione del Dg. Sono ormai 2 mesi che la procedura risulta esperita, anche con riferimento ai colloqui dei 5 “papabili”, 1 pugliese, 1 lucano, 1 laziale e 2 calabresi, eppure l’Au Andretta non procede al con-ferimento dell’incarico. Dalle interferenze delle comunicazioni tra l’Au e la Regione, Andretta sembra scaricare la colpa sul-a politica regionale che respinge formalmente l’addebito, ma comunque resta impassibile di fronte all’immobilismo di Acquedotto lucano. Inerzia che smentisce quell’urgenza dell’affidamento diretto motivato dalla necessità di un Avviso rapido.
Intanto, dato che le regioni del Mezzogiorno fanno registrare il 52,3% di perdite idriche, cioè più di metà dell’acqua immessa nei sistemi di acquedotto viene sprecata, se il Governo inizia ad attrezzarsi, Acquedotto lucano ancora latita.
In tema perdite, dal Pnrr riservate complessivamente risorse per oltre 4miliardi di euro, di cui una quota intorno al 51%, circa 2,2 miliardi di euro, è per il Mezzogiorno. La “guerra” dell’acqua è alle porte, ma Acquedotto lucano sembra lavorare alla riforma dal servizio militare.
Proprio 48 ore fa, dal Ministero delle Infrastrutture, varato l’Avviso pubblico per la rimessa in efficienza delle reti idriche di distribuzione nell’ambito del Servizio idrico integrato nei territori delle regioni meno sviluppate tra cui, per l’appunto, la Basilicata.
L’Avviso pubblico sulle perdite idriche, ha una dotazione di 313 milioni di euro, e, finalizzato alla formulazione di proposte progettuali, prevede l’ammissione a finanziamento solamente degli interventi per i quali è previsto il completamento delle attività entro il 31 dicembre 2023.

L’Au Andretta, per questo Avviso, ha poco più di un mese, per rispondere alla chiamata del Ministero, ovvero quasi la metà del tempo finora impiegato per scegliere tra i 5 “papabili”, il Direttore generale.
Ed è soltanto l’inizio del fiume di Fondi da intercettare come per l’Au Andretta, quello del conferimento dell’incarico di Dg di Aql, era soltanto l’atto d’incipit del mandato. Se il presidente Bardi ha fatto da garante sulla scelta di Andretta ad Au, facilmente prevedibile che lo stesso governatore per inadempienze o inefficienze dovute ad una gestione insicura di Acquedotto lucano, si tirerà fuori da ogni responsabilità. Sul tema idrico, in Basil-cata non mancano i problemi, ma, come forse mai in passato, le risorse economiche per risolverli ci sarebbero soltanto che nel-la più grande azienda pubblica regionale, il rinnovo della governance, inaugurato a metà luglio, non è ancora completato. Sulla carta manca soltanto il Dg, ma, in realtà, non si vede neanche l’Au.
Sullo sfondo, la bipolarità della politica che in priva-to schiuma irritazione per lo stato dell’arte, ma in pubblico tace.

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