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«UN LUCANO TRA I LUCANI»: ECCO IL PREFETTO CAMPANARO

Torna in Basilicata dopo 15 anni e assicura: «La Prefettura sarà il primo baluardo di legalità contro la criminalità»

POTENZA. «Un grande privilegio lavorare, da lucano tra i lucani, nella mia terra di origine. Lucani si nasce e si resta». Si è presentato così, citando Leonardo Sinisgalli, il nuovo Prefetto di Potenza Michele Campanaro che da venerdì scorso è tornato in Basilicata dopo quindici anni di assenza da quella che lui stesso definisce «una terra mutata, una regione dalle tante emergenze che ha visto cambiare il territorio del potentino: un territorio che è cresciuto, si è messo al passo con i tempi, ma che si trova oggi a dover affrontare nuove e diverse problematiche a cui non bisogna soccombere ma che bisogna affrontare a testa alta. Perché qualsiasi sia il problema lo Stato c’è e lo dimostra ogni giorno». È un uomo deciso Campanaro, tutto d’un pezzo, dalla grande esperienza in terre difficili: nel suo “palmares” la Campania con la zona del casertano e le pesanti emergenze legate alla criminalità e al lavoro che manca.
E poi l’Emilia Romagna con il Ferrarese che lo ha visto al suo primo incarico da Prefetto e che, come egli stesso dice, «lo ha visto crescere e arricchirsi professionalmente permettendogli di interpretare un ruolo che non è legato solo al controllo di polizia e del territorio, ma di governo e salvaguardia dei principi e dei valori democratici attraverso i canoni concreti della Carta Costituzionale».

LE PRIORITÀ: ORDINE E SICUREZZA, IMPLEMENTAZIONE TECNOLOGICA, ACCOGLIENZA DELLO STRANIERO

Incontrando i giornalisti ha sottolineato i punti salienti del suo futuro operativo in quel di Potenza: la tematica principale, naturalmente, è legata all’ordine e alla sicurezza pubblica che non sta solo nel contrasto ai reati e ai delitti, ma anche nella prevenzione e nel recupero della condizione sociale avvalorando quella che è la coesione della società.
«Per il territorio potentino – ha detto Campanaro – si devono sviluppare un modello ed un concetto nuovo di sicurezza che non è solo quello legato alla gestione da parte dello Stato ma trova fondamento in una sicurezza condivisa, partecipata e allargata». Cita il “Decreto Minniti” del 2017, Campanaro: un decreto che si articola in un pacchetto di misure atte a potenziare l’intervento degli enti territoriali e delle forze di polizie nella lotta al degrado delle aree urbane. Col provvedimento si pensa non solo alla riqualificazione e recupero delle aree degradate ma anche all’eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale; alla prevenzione della criminalità predatoria e alla promozione del rispetto della legalità. Al secondo posto dell’impegno del Prefetto Michele Campanaro, l’utilizzo della tecnologia al servizio della sicurezza e della tranquillità dei cittadini: incontrando le autorità locali non solo del capoluogo ma anche dei centri maggiormente a rischio, ragionerà «in un’ottica di implementazione del sistema di controllo a distanza e videosorveglianza che, soprattutto là dove ci sia carenza di organico sulle polizie locali e sui numeri delle forze dell’ordine, la tecnologia può sopperire e venire in aiuto». Ultimo punto, certamente non per importanza, il tema dell’accoglienza: «una società – ha detto il Prefetto -cresce e si sviluppa anche con l’apertura nei confronti dello straniero. L’assetto organizzativo di ogni società che si rispetti deve essere legato anche all’accoglienza, inserendo l’immigrato nel tessuto sociale locale per percepire l’opportunità di crescita che viene anche da chi ha cultura e tradizioni diverse dalle nostre. Va rivalutato il modello dell’accoglienza diffusa verso cui il territorio del potentino potrebbe giocare un ruolo fondamentale grazie ai già esistenti centri di accoglienza e strutture collettive».

IMPEGNO CONCRETO CONTROLA CRIMINALITÀ DIFFUSA E ORGANIZZATA

Tornando all’impegno sul contrasto al crimine ordinario e diffuso: «Gli amministratori preoccupati della microcriminalità sul proprio territorio devono avere fiducia nello Stato, sapere che c’è e che opera per contrastare le violenze. Agli Amministratori locali spetta il compito di fare un salto di qualità e andare oltre la già detenuta delega della funzione statuale di contrasto al crimine». Poi fa riferimento alla posizione pericolosamente strategica della Basilicata e del territorio potentino che si deve innanzitutto porre a baluardo di legalità per contrastare il crimine. «La connotazione geografica – dice il neo Prefetto- fa in modo che il territorio tutto sia ben esposto sui tre i lati, diventando punto sinergico per gli interessi della mala pugliese che aggredisce l’area del vulture e del materano, quella campana che si riversa sul versante lagonegrese e potentino e quella calabrese che tocca un po’ tutti i lati della regione e verso la quale bisogna essere particolarmente attenti e vigili considerato che sul piano nazionale ed internazionale è più forte almeno finanziariamente e per ciò, potrebbe fare da trade union con la criminalità dei cosiddetti “colletti bianchi”».
Un plauso Campanaro lo fa alla magistratura e alle forze dell’ordine che segnalando movimenti dubbi e sospetti, hanno elevato misure interdittive antimafia che hanno permesso anche di bloccare le attività di imprese in odor di malavita che avrebbero attinto anche a fondi pubblici per rimpinguare le tasche delle cosche. Quattordici – ricordiamo – sono state le misure interdittive del 2020 mentre ad un mese e mezzo dalla fine del 2021 se ne contano già sedici, che portano la Basilicata all’ottavo posto su scala nazionale per regioni col maggior numero di misure simili. Guardando all’immediato futuro il Prefetto Michele Campanaro pensa già alla prima riunione da lui presieduta del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica: «Sarà il primo baluardo di legalità non solo per le dichiarazioni che si renderanno, ma per gli impegni precisi che si andranno ad assumere. L’idea è quella di attivare “Protocolli di legalità” che dovranno riguardare anche tutti i fronti imprenditoriali».

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