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L’ANTIMAFIA SILENZIOSA DI PEPE

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Come tutte le cose a cui ci ha abituato la Lega, la nomina di Pasquale Pepe, senatore di Tolve e dintorni, come vicepresidente della commissione antimafia era stata salutata con un’enfasi del tutto immaginifica, almeno per chi conosce la sua competenza politica dei fenomeni della criminalità organizzata nonché tiene a mente i saltelli della sua dialettica fumosa. Ora il dispositivo della Prefettura di Matera sull’esito delle elezioni di Scanzano Jonico stoppa il duo Altieri-Cariello, troppo frettolosamente in festa e soprattutto rimette in considerazione quanto inutile sia stato l’avvento in commissione antimafia proprio di Pepe, da cui ci saremmo aspettati sul caso di specie non certo una crociata legalitaria, ma almeno un intervento salutare sul candidato sindaco, peraltro già oggetto del bollino rosso d’impresentabile lanciatogli da Nicola Morra, capo dell’antimafia parlamentare. Invece come era prevedibile il leader regionale del Carroccio s’è furbescamente dileguato, esercitando il surfismo del suo pensiero iracondo guarda caso contro i furbetti del reddito di cittadinanza, ma mai occupandosi di quello che accadeva a casa sua. Ha scritto Riccardo Mannerini: “Il silenzio è un manto pesante che ci copre e che soffoca la realtà”.

 

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