ANDRETTA S’È PERSO E NON SA TORNARE: DOPO 2 MESI, ANCORA NESSUN NEO DG
Soldi pubblici spesi per un Avviso veloce, eppure l’Au di Aql blocca la nomina in attesa della politica
Come perso e ignorando il come tornare, l’Amministratore unico della più grande azienda pubblica regionale, Acquedotto Lucano SpA, ancora non finalizza l’Avviso pubblico per l’individuazione del Direttore generale, già ampiamente esperito, procedendo al conferimento dell’incarico con la relativa nomina. L’ingegnere Alfonso Andretta, risucchiato nelle sabbie mobili dello spoil system del centrodestra, non riesce a uscirne.
Spesi i soldi pubblici, il riferimento è ai 24mila e 470 euro dell’«affidamento diretto», in favore della Randstad Italia Spa per «servizio di ricerca e selezione di personale», iter procedurale ampiamente terminato, candidature, scrematura aspiranti Dg, redazione della rosa dei 5 “papabili” e colloqui finali, ma trascorsi ormai 2 mesi, ancora nulla. Eppure l’affidamento diretto era motivato proprio dalla scelta dell’Au Andretta di voler procedere celermente così da completa-re in poco tempo, la sua elezione risale al luglio scorso, il rinnovo della governance di Aql.
Nella prima settimana di settembre, Randstad ha vagliato le ben oltre 100 candidature, consegnando la lista dei 5 all’Au, contenente i nominativi di 1 pugliese, di 1 lucano, di 1 laziale e di 2 calabresi.
Dopo i colloqui, però, la materia da tecnica è diventata politica e così il sostituto del Dg più longevo della storia di Aql, Gerardo Marotta, ancora non c’è. Per il centrodestra lucano il nuovo Au avrebbe dovuto rappresentare la svolta, ma la svolta tarda ancora anche solo ad apparire all’orizzonte e ciò sta generando non poche preoccupazioni a via Verrastro.
Se la maggioranza governativa, Bardi in primis che ha fatto da “garante” su Andretta, si gioca una scommessa importante, per l’Au, per ciò che è di sua competenza, già erosa una parte di credibilità con specifico riferimento alla sbandierata autonomia dalla politica. La vicenda dell’incarico di Dg ancora non conferito, difficilmente concede alternative alle seguenti valutazioni: o l’Au non è soddisfatto dei nominativi dei “5” papabili, o attende l’indica-zione definitiva dalla politica che come già ha litigato proprio per la candidatura da presentare all’Assemblea dei soci per l’elezione dell’Amministratore unico, lo stesso sta facendo per la poltrona di Direttore generale.
La prima ipotesi, tuttavia, che la rosa dei “papabili” non contenga profilo gradito all’Au, non appare vero-simile anche e soprattutto perchè non c’è stata alcuna revoca dell’Avviso pubblico.
Senza il Dg, non è possibile per Andretta neanche tratteggiare un accenno di profilo per l’impronta da imprimere al mandato, ma l’Au non appare preoccupato più di tanto. Dopo aver concesso alla politica la possibilità di scelta, ormai, trascorsi 2 mesi in modo in-concludente, Andretta dovrebbe procedere a prescindere. Ma l’Au non appare capace di reggere il peso, con conseguenze annesse, di una così forte rottura con la volontà politica espressa dagli stessi che dall’Emilia Romagna lo hanno catapultato in Basilicata. E così il tempo passa, inutilmente, e i soldi pubblici spesi con la premura della celerità, risultano anch’essi vani.
In quanto a trasparenza, l’Azienda non è, eufemisticamente, il massimo della nitidezza amministrativa. L’affidamento diretto, però, dato il prosieguo ancora non risolutorio, assume sempre più i contorni di un danno erariale.