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“MAFIA ELETTORALE”: “LA COLPA DI ESSERE ONESTO” DI SALVATORE JACOBELLIS

L’intervento di Nicola Savino

La “colpa di essere onesto” non è soltanto di Jacobellis a Scanzano, dove la mafia si manifesta, ma anche di altre situazioni nelle quali la radice si nasconde in una “morale” silenziosa, né denunciata né condannata. Cioè, nell’inclinazione a punire l’onestà e a procurare danno alla Cosa pubblica pur di non subirlo su di sé! A cavallo tra il ’70 e l’80, nell’Area Sud della Regione, una fetta di popolazione – adeguatamente istigata – insorse per la mancata convenzione con una Clinica privata da parte della Regione. Prese di mira la Giunta ed assediò il Consiglio mentre votava unanime la leggen.12/80; invase anche la Federazione socialista in via 2 Torri, imbrattandone le pareti con scritte di sprezzo, perché non aveva sostenuto la pretesa dei privati. Insomma, in quella circostanza, si perseguirono i “politici” per “la colpa di essere onesti”, non inclini a ben determinati interessi! Da sottolineare che non ci fu alcuna reazione all’attacco delle Istituzioni e di organi che preposti alla Democrazia: sebbene esso seguisse all’assalto – in loco – di un Liceo, alla rottura vetri presso la casa di un eletto alla Regione e alla lunga imposizione di un blocco stradale! Anche allora, come ora per Jacobellis, fu dunque capovolta la frittata: e si addebitò come colpa la“non solidarietà di Partito”, il suo essere rappresentato da onesti. A distanza di non molti anni, quella triste vicenda (triste anche per le conseguenze personali che implicò) è stata come sepolta e mai additata ad esempio di buona politica o almeno analizzata. Al punto che, ora, le linee poste alla nostra Sanità dalla suddetta legge sembrano essere ripudiate con l’apertura(….in regime di convenzione?)di una Clinica privata nei locali dell’ex Don Uva di Potenza. Può dunque dirsi felix la Basilicata ch’è teatro di questi fenomeni,sia vecchi che nuovi? Tra questi ultimi, infatti, anche nelle recenti elezioni locali, la “colpa di essere onesti” è stata addebitata addirittura in forma preventiva. Vediamo come. È tradizione fra la nostra gente che gli amici di un candidato siano computati tra coloro che lo “votano e fanno votare”; sicché, alla confezione delle liste, nel nostro caso, la consistenza del loro “contributo” era stata valutato con un margine che avrebbe consentito la vittoria. E però la previsione poggiava soltanto sul legame affettivo e di stima di tali amici, non sulla valutazione degl’interessi relativi al loro mestiere o alla non rara necessità di “favori”! Ed infatti, proprio perché conoscevano la “ri-gorosa onestà” del candidato, la sua indisponibilità alle irregolarità, è spuntato anche in loro il timore dell’onestà: sicché, in extremis, si sono schierati dall’altra parte; ed apertamente, per farsi vedere e non perderne la benevolenza. (Alzi il dito chi questa dinamica può negare nelle nostre elezioni soprattutto comunali, che spesso obbliga i candidati, per sfuggire al suddetto handicap, ad adottare un gattopardismo alla rovescia: del far finta d’esser aperti ai “favori”-o a qualcosa di più pur di catturare anche i voti degli opportunisti. Secondo il consiglio del Machiavelli, d’”esser disposti ad entrare nel male per il bene della Repubblica”). Al tirare le somme, infine – rispetto a quello di Jacobellis – gli altri due casi sono dunque peggiori! A Scanzano, la maggioranza dei cittadini non ha avuto paura della sua onestà per ben due legislature ed in più ha denunciato le minacce di stampo mafioso; negli altri casi, invece, non solo la maggioranza si è trasferita dall’altra parte, ma non si è in alcun modo stigmatizzata la mentalità mafiosa su cui essi poggiavano! Stando così le cose, come combattere per una democrazia più matura e per salvare la nostra Società?? Forse non dobbiamo dimenticare il non lontano passato, quando fummo terra di briganti e che molti di essi, ben lontani da motivazioni politiche, furono solo feroci banditi. Forse dobbiamo riandare ad Ernesto De Martino ed al suo concetto di“presenza” per ammettere che c’è da estirpare – dal fondo oscuro della nostra coscienza collettiva – un’esperienza storica negativa che inclina a porci contro l’onestà. Sicchè ora,per uscire da un circolo vizioso di cause ed effetti, ci tocca il grande lavoro di“cambiare le teste”! Cominciando dalla Scuola e con Partiti e Sindacati organizzati come prescritto dalla Costituzione; ma con la Chiesa in prima linea, se ancora dispone di parroci….non fanatici ma consapevoli della posta in gioco!

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