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INCENDIO AGENZIA FUNEBRE, TRE ARRESTI

Dda e Squadra Mobile di Matera fermano i responsabili del fatto. Emesso anche un obbligo di dimora

La Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza e la Squadra Mobile Questura di Matera hanno messo la parola fine al danneggiamento avvenuto nella notte del 29 ottobre dello scorso anno nei confronti di una Agenzia Funebre ubicata nel centro di Matera. In quell’occasione venne appiccato il fuoco alla vetrata esterna mediante l’utilizzo di liquido infiammabile che provocò danni non solo alla vetrata ma anche a parte dell’ingresso e alla facciata del palazzo. I responsabili si allontanarono facendo perdere le loro tracce. Procura e questura hanno individuato i responsabili di quell’episodio ed hanno arrestato un 24enne di Santeramo Simone Fumante e il marocchino Daoudi Mussadaq mentre hanno emesso un’ordinanza di custodia domiciliare nei confronti del 19enne Francesco Pinto di Altamura ed un obbligo di dimora per il materano Giuseppe Tataranni. Nell’ordinanza emessa dal Gip del tribunale di Potenza l’accusa formulata nei loro confronti è quella di danneggiamento di immobile, aggravato dal cosiddetto “metodo mafioso” e dall’aver approfittato di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la pubblica o privata difesa. Nel corso dell’esecuzione delle misure cautelari, sono state eseguite anche perquisizioni personali, veicolari e domiciliari.

All’epoca dei fatti, venne individuata l’auto usata dagli autori dell’incendio e si risalì al proprietario: venne sequestrato il tappetino dell’abitacolo dell’autovettura su cui c’erano tracce di benzina. Esaminando le immagini delle telecamere dei tre centri di provenienza dei malviventi, ma anche ascoltando alcuni testimoni, acquisendo documenti presso il Comune di Matera ed analizzando la situazione patrimoniale delle Agenzie Funebri coinvolte nella vicenda si è così accertata la responsabilità degli autori materiali del fatto e il mandante, Tataranni, che appartiene ad una famiglia che gestisce un’Agenzia funebre concorrente a quella della vittima con il gesto mafioso, l’intenzione era quella di abbattere la concorrenza che forniva servizi funebri con un miglior rapporto qualità/prezzo.

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