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CENTRODESTRA A CARTE QUARANTOTTO

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Come se non bastasse la delusione dei lucani a far precipitare così in basso il giudizio sul centrodestra, peraltro ben fotografato da SWG e Sole 24 Ore con l’ultimo posto di gradimento del governatore Bardi, ci ha pensato Dina Sileo a mettere in soffitta il bon ton istituzionale ed inscenare il lancio celtico delle carte, nuova tappa della saga psicodrammatica dei leghisti che ormai sta arrotolando il loro consenso verso l’evanescenza politica. Ora se è vero che le regole di compostezza e decoro istituzionale dovrebbero seguirle tutti, a maggior ragione lo dovrebbe fare proprio lei, appassionata beneficiaria dello scaldapoltrona che il trio perdente Lacorazza, Santarsiero e Pietrantuono s’è inventato con afflati costituenti. C’è da dire poi che la carambola comica delle carte non solo ha mancato l’obiettivo, peraltro assente, ma rischiato di travolgere l’ignavo e mastodontico Cariello e le sue bretelle a pois. Eppure sullo spettacolo indecente ha approfittato il solito Bardi, col pistolotto senile del cambiamento e della fiction politica “torneremo a vincere”. Ha scritto John Pershing: “Un bravo leader può ottenere molto anche dagli uomini peggiori mentre un generale incapace riesce a demoralizzare persino le sue truppe migliori”.    

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