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«SARANNO DI MOLITERNO COME IL VICARIO GLI ARBITRI CHE SALIRANNO»

Figc, altroché il tuttappostismo predicato da Esposito . Arriva la denuncia di un associato contro le «promozioni di colleghi pianificate a tavolino» con tanto di nomi dei “papabili”

Che la kermesse elettorale che porta alla volata per l’elezione del Presidente del Comitato Regionale Basilicata della Figc, dopo la morte di Piero Rinaldi, sia cominciata è chiaro a tutti.
Per il post Rinaldi al momento, nonostante si prova ancora a muoversi nell’ombra per non uscire del tutto allo scoperto, i protagonisti in campo sembrano essere Emilio Fittipaldi, moliternese, consigliere attualmente in carica e Vice Presidente Vicario del Comitato dopo la morte del Presidente Rinaldi e l’Avvocato Angelo Mario Esposito, potentino, già in passato esponente di spicco nell’ambito della giustizia sportiva del Comitato prima di essere addirittura nomina-to quale membro del Tribunale Federale Nazionale (se-zione disciplinare) della FIGC a Roma.
È altrettanto chiaro che la stagione dei veleni all’interno del calcio lucano è tutt’altro che svanita, nonostante quello che l’avvocato Esposito ha provato a farci credere. Sebbene questa nuova stagione calcistica vede come motto di tutti: cambiamento e rinnovamento come le frasi spot da sbandierare, i fatti in realtà dimostrano an-cora una volta il contrario. Le diatribe interne ei “movimenti” che hanno sempre caratterizzato la gestione del calcio lucano non sono stati affatto estirpati, anzi. Nono-stante con la morte di Rinaldi, alla guida della Figc per quasi venti anni, si puntasse a un riciclo generazionale i metodi con cui si vorrebbe condurre in campo il calcio regionale non appare affatto come una rigenerazione. In un regione che rischia di vedersi sottrarre l’autonomia con un possibilissimo accorpamento della sezione Campana i giochetti di potere non certo fanno buona pubblicità.

SPUNTANO I NOMI DEGLI ARBITRI CHE SARANNO PROMOSSI Con l’elezione del successore di Rinaldi, che sia l’uno o l’altro in molti auspicano nel cambiamento. In un settore che per anni sembra essere stato gestito in modo poco chiaro. La denuncia forte, questa volta giunge da un associato dell’Associazione Italiana Arbitri che scrive al presidente nazionale Alfredo Trentalange.
Una lettera in cui l’associato, che si definisce deluso, fa addirittura già i nomi dei prossimi arbitri che verranno “promessi! quest’anno e che sono tutti di Moliterno, paese di Emilio Fittipaldi in corsa per la poltrona da presidente della Figc.
Nella denuncia viene scritto nero su bianco che gli arbitri che passeranno quest’anno sarebbero già decisi e si tratterebbe di: «Roberto Rago (Moliterno) calcio a 11, Angelo Macchia (Moliterno) assistente, Mariateresa Cassano (Moliterno) calcio a 5». Nomi che l’associato rac-onta di aver ascoltato personalmente all’ultimo raduno precampionato : «Due Componenti (uno di questi Gravina Vice Presidente ) parlando con il nuovo CRA fanno dei nomi, nomi di colleghi, che a loro dire sono “i papabili “. Inizialmente penso di aver interpretato male quelle parole, stento a crederci ma l’argomento si fa interessante e nella loro animata chiacchierata esce addirittura la magica frase “devono passare per forza” anche perché sempre a loro dire sono associati dell’unica sezione lucana che ha votato “Alfredo”»

.IL GRIDO D’ALLARME: «PROMOZIONI CHE NON SI DECIDONO SUL CAMPO MA NELLE STANZE PRESIDENZIALI»
La lettera inviata dal giovane associato è una di quelle che non vorresti mai leggere. Non certo per il contenuto che anzi riporta una denuncia di un sistema, che se fosse davvero confermato, non può che essere definito malato. Ma per la rassegnazione con cui ancora una volta si dice come in Basilicata, il mondo del calcio sia lo scenario di «solite e scontate manipolazioni delle graduatorie o meglio ancora, come dicono loro delle classifiche meritocratiche di fine anno (fasulle ed alterate). Ho assistito ahimè nelle ultime stagioni sportive ad un teatrino con un copione scritto ed interpretato ad oc dai vari Cra ,dai vari Componenti Cra e dai Presidenti di Sezione tutti. Si dico bene un teatrino a volte con un copione scontato, quasi comi-co e non fa’ differenza se si parla di passaggi di arbitri di calcio a 11, di assistenti o arbitri calcio a 5. Quasi tutti pianificati a tavolino, promozioni di colleghi che si decidono e si sono sempre decise nelle stanze presidenziali e non sul campo. L’anello conduttore e’ sempre lo stesso, accontentare quest’anno questa , il prossimo anno quell’altra sezione e il prossimo ancora l’altra. Si, in questo modo i vari CRA i vari Componenti si tengono buoni i Presidenti di sezione con la speranza che a fine stagione possano essere riconfermati dal Presidente dell’AIA. Ora basta , e’ ora di finirla, sono esausto, siamo esausti. Chi paga le conseguenze per tutte queste porcherie siamo noi ragazzi che facciamo sacrifici, che ci mettiamo passione , che ci illudiamo ogni anno che tutto questo possa finire, che l’AiA possa finalmente cambiare, noi ragazzi che crediamo e ci illudiamo ci sia la così’ acclamata trasparenza , la meritocrazia».

LA SPERANZA DI UN CAMBIAMENTO

«Ho trovato il coraggio di scrivere adesso perché quest’anno con l’avvento della nuova Presidenza AIA e del nuovo Comitato Nazionale avevo maturato in cuor mio la speranza che qualcosa finalmente stesse cambiando» sono queste le parole con cui il giovane associato giustifica la sua denuncia di ora. Un vero e proprio grido di allarme che se anche in passato è stato così non è detto debba continuare ad esserlo. Infatti la richiesta che infine giunge al presidente Trentalange è solo una: « Ora basta , mi chiedo , Vi chiedo: che senso ha a questo punto fare sacrifici, allenarsi, rinunciare agli affetti, rinunciare all’uscita del sabato sera con gli amici o alla domenica in famiglia se poi e’ già tutto scritto, deciso a tavolino? Credetemi domani non so cosa farò , non so’ se mi dimetterò se continuerò ad amare ancora quest’associazione, ma di sicuro ad oggi so’ di certo che si sta spegnendo in me’ quella passione che mi permetteva di andare in campo credendo di essere valutato alla pari degli altri con la piena trasparenza. Permettetemi di chiedervi una sola cosa: vigilate, attenzionate, control-ate questa povera classe arbitrale lucana».

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