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L’ATER DI MATERA IGNORA LE LEGGI: CHIESTO A CRONACHE DI SVELARE LE FONTI

L’INCHIESTA L’Ente si infuria per la pubblicazione della nota dell’Anac che li riguarda. E in barba al segreto professionale manda una raccomandata discutibile alla redazione

POTENZA. Ritorniamo a parlare delle vicende che riguardano l’Ater di Matera. Dopo aver per mesi raccontato di come la gestione “caotica” del personale, e precisamente per la sospensione del Dirigente dell’Ufficio del personale nonché presidente dell’Ufficio procedimenti disciplinari dell’Ater di Matera, sia finita addirittura sotto la lente di ingrandimento dell’Autorità nazionale anticorruzione, oggi vi parliamo di come per questa inchiesta viene chiesto conto a noi delle nostre fon-ti.

LA PRESSIONE DELL’ATER DI MATERA SU CRONACHE LUCANE
Il 2 settembre scorso da queste colonne scrivevamo che con un documento esclusivo, di cui la redazione era venuta in possesso, si evidenziava come nella gestione dell’Au dell’Ater di Matera, Lucrezia Guida, l’Anac chiedeva lumi. Una nota inviata anche alla Giunta regionale, al Capo di Gabinetto del presidente Bardi e il Rctp della Regione Basilicata, chiedendo di vigilare sulla questione come riportavamo in un altro articolo del 3 settembre scorso.
Cronache Lucane aveva compreso benissimo l’importanza di tale riscontro dell’Anac in una vicenda che noi per mesi abbiamo definito sempre poco chiara. Riportare di come l’Autorità anticorruzione volesse vederci chiaro, proprio come noi, nella vicenda e chiedeva quindi alla Regione Basilicata di vigilare in modo preciso e veloce era un atto dovuto da parte di questa redazione. Un risvolto dell’inchiesta che seguivamo ormai da mesi che non potevamo evitare di scrivere, anzi. Era un tassello fondamentale per delineare l’immagine del contorto puzzle. Eppure per l’Ater di Matera la libertà di stampa pare essere un orpello allegato alla nostra Costituzione.
In data 22 ottobre scorso ci giunge una raccomandata dall’Ater di Matera firmata dal dirigente Francesco D’Onofrio in cui ci viene espressa-mente chiesto «di voler comunicare, con cortese sollecitudine, la fonte di detta notizia, essendo il fascicolo Anac e la medesima nota RISERVATI».
Insomma, il dirigente Ater D’Onofrio con questa nota inviata a Cronache pare non conoscere le regole basilari del giornalismo. Il nostro dovere non è solo quello di riportare un fatto ma anche quello di ricordare, a chi evidentemente conosce poco della nostra professioni, quali sono i principi fondamentali. Come prevede la deontologia della nostra professione e come ribadito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, un giornalista ha il dovere di non rivelare la propria fonte. Una delle frasi ripetute in tutto il mondo come le parole di un vangelo a cui non possiamo credere che negli uffici dell’Ater di Matera non ne siano a conoscenza. Questo è uno dei principi fondamentali su cui si base anche la libertà di stampa. Ma è chiaro che il solo fatto di averlo chiesto potrebbe apparire come una sorta di “pressione” sul giornalista volendolo mettere così nella condizione di non potersene più occupare serenamente come cronista. Tra l’altro negli articoli in cui si fa riferimento, sia quello della data del 2 settembre scorso che quello del 3 settembre, non è stato violato alcun segreto, ma si è fatto riferimento ad atti che il giornalista avrebbe potuto ricevere da numerose fonti. Ci viene così spontaneo ricordare al dirigente D’Onofrio e all’Au Guida che, se qualcuno pensa di poter delegittimare e intimidire i giornalisti che si stanno occupano dell’inchiesta sulle anomalie per la gestione dei dirigenti all’Ater di Matera si sbaglia di grosso. Co-me ben sapranno sia D’Onofrio che Guida chi fa giornalismo esercisce un sacrosanto e legittimo diritto sancito dall’articolo 21 della Costituzione. Un diritto che Cronache Lucane ha tutto il piacere di voler esercitare ancora per molto.

LA STRAORDINARIA “VELOCITÀ” DELLA RACCOMANDATA ATER
L’Ater di Matera più che avviare una caccia alle streghe contro Cronache Lucane farebbe bene a valutare meglio le sue scelte “collaborative”. L’Ater di Matera chiede conto della fonte a Cronache tramite una raccomandata che giunge dopo più di un mese nella redazione del giornale. Il 16 settembre scorso dopo 13 giorni dalla pubblicazione degli articoli di questa testata, l’Ater conferisce ad una ditta esterna l’invio della raccomandata che giunge da noi solo ilo 22 ottobre scorso.
La raccomandata in cui il dirigente D’Onofrio ci intima a «voler comunicare con cortese sollecitudine» la fonte arriva solo 36 giorni dopo. A quanto pare negli uffici materani dell’Azienda territoriale per l’edilizia regionale non dovrebbero preoccuparsi solo di una possibile diffusione delle notizie, considerato anche che gli attori coinvolti in questa vicenda sono numerosi e che quindi non è detto che la nostra fonte sia interna a loro, ma hanno ben altri problemi. Come quello sulla “velocità” di una raccomandata. Se per conoscere una informazione di questo tipo il loro incaricato all’invio della posta ci ha messo 36 giorni per farla recapitare non osiamo immaginare nelle comunicazioni importanti quanto tempo ci si perda.

LE OMBRE SULLA VICENDA PERSISTONO
Da giornalisti comprendiamo bene che negli uffici dell’Ater si stia cercando di fare chiarezza per una vicenda che rischia di mettere in seria discussione la gestione dell’Au Guida. D’altronde se non avessimo visto che si trattava di una inchiesta di un certo spessore non ci saremmo preoccupati di scrivere chili e chili di inchiostro per fare luce.
Ma andiamo con ordine. La vicenda nasce quando l’Au Guida decide di sospendere cautelarmente dal lavoro il dirigente dell’Ufficio del personale e presidente dell’Ufficio procedimenti disciplinari dell’Ater
per «la gravità di addetti contestati. il ruolo che lo stesso occupa all’interno dell’ente, l’evidente conflitto d’interessi nella sua qualità anche di Rpct dell’Azienda che impedisce il regolare svolgimento delle sue funzioni in maniera autonoma, imparziale e indipendente e nonché le ulteriori gravi condotte assunte dallo stesso».
Per tutti questi motivi la Guida decide di nominare un nuovo Rcpt, dando così il là all’Anac di approfondire la vicenda. L’Autorità anticorruzione, infatti, contesta l’operato dell’amministratore unico dell’Ater di Matera evidenziando di aver ricevuto «una segnalazione riservata con cui è stato denunciato il presunto carattere discriminatorio per la sospensione del direttore» in questione, soprattutto nelle sue qualità di Rctp. In sostanza il dirigente avrebbe denunciato come la sospensione tanto dall’incarico dell’Udp quanto quello di Rcpt sarebbe avvenuta «in maniera ritorsiva nell’esercizio delle sue funzioni in materia di prevenzione della corruzione». Nella segnalazione ricevuta dall’Anac viene messo nero su bianco che «la sospensione del lavoro del Rpct sarebbe stata dunque fina-lizzata dopo la sua contestazione all’Au sulla inconferibilità dell’incarico a un altro dirigente a presidente dell’Udp (scelto dalla Guida ndr.)». Insomma, il precedente dirigente nello svolgere la sua funzione di vigilanza e nell’asserire che il nuovo dirigente scelto dall’Au non era idoneo avrebbe fatto scattare una ritorsione su di lui. Accuse gravi quelle mosse dal dirigente sospeso che però convinto della sua buona fede ha deciso di opporsi alla sospensione applicata dall’Au. Una situazione che ha del paradossale e che vede oggi non solo gli scuri dell’Anac sulla gestione Ater ma che rischia di veder compromesso anche il mandato della Guida considerato il polverone sollevato che al presidente della Regione Bardi non è affatto piaciuto

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