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STATI GENERALI DELLE ACLI ~ POTENZA 22 ottobre 2021

COME SI FORMANO LE IDEE E L’OPINIONE PUBBLICA, TRA RETE E SOCIAL
“ Se l’uomo che ragiona incontra l’uomo con in testa uno slogan …
una lettura istruttiva … per non cadere nella rete”
“SOCIAL… MENTE” di Lanfranco Norcini Pala

#statigeneraliacli

Lanfranco Norcini Pala è stato l’ospite d’onore Stati Generali delle Acli Basilicata, che si è svolto nel pomeriggio di oggi in Potenza presso la bella location di Art Restaurant, per la presentazione del libro “SOCIAL…MENTE” da lui pubblicato nel 2020, come segno di riconoscenza per il suo impegno come studioso della comunicazione e come aclista.

Intervento di Filippo Pugliese, presidente regionale del Cta, agli Stati Generali delle Acli Basilicata

Magnifico poter aprire gli Stati Generali delle Acli con “I Tamburi dei Briganti“, guidati da Fabio Stefanelli espressione dell’Associazione Insieme 

Cinque i pezzi dei percussionisti: Briganti se More, I Cento Passi, Il Maggio, L’Avvoltoio, Bella Ciao.

A voler riportare un tratto di solennità: il 22 ottobre dell’anno 2021, il Consiglio Provinciale delle Acli di Potenza e il Consiglio Regionale delle Acli di Basilicata, riuniti in assemblea comune danno luogo agli Stati Generali per il rilancio del Movimento dopo il lockdown



Nella storia, gli Stati Generali erano l’assemblea consultiva che i Reali di Francia convocavano per raggiungere l’accordo tra Nobiltà Clero e Terzo Stato sulle gabelle da imporre alla popolazione.

Poi nel 1795 furono spazzati via dalla Rivoluzione Francese.

Nel tempo sono diventati il luogo ideale e fisico che il Governo utilizza per consultare le parti sociali i Sindacati e le Associazioni di categoria sulla crisi economica del Paese.

Le ACLI di Basilicata hanno dato luogo agli Stati Generali per domandarsi :

da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

Certo, sono gli stessi interrogativi che Paul Gauguin si era posto nel dare il titolo alla sua grande tela di quattro metri esposta nel Museo delle Arti di Boston.

Veniamo da lontano, abbiamo radici profonde nel Movimento Operaio, veniamo da quel patto di unità sindacale, Patto di Roma, che le correnti cristiana, comunista e socialista avevano sancito nel 1944

Abbiamo attraversato la storia

Questa è la riunione della pluralità delle associazioni che costituiscono il sistema complesso delle Acli.

Le ACLI sono plurali e non basterà mai correggere chi le pronuncia al singolare l’Acli; vanno pronunciate al plurale le Acli perchè siamo plurali.

Centro Turistico Acli, Unione Sportiva, Acli-Terra, Patronato, Caf, Enaip, Fap, Donne Acli, Istituto Pace e Sviluppo.

Siamo una pluralità di associazioni e servizi in movimento che sull’indirizzo comune della solidarietà e giustizia sociale, del lavoro, della pace dei diritti umani compongono un Movimento educativo e sociale che tende a educare su princìpi cristiani e sulla valorizzazione del territorio.

Noi dobbiamo avere consapevolezza di questo essere plurali, dobbiamo avere misura del nostro grande potenziale che possiamo esplodere nel territorio: nel turismo sociale, nello sport, nell’assistenza, nella promozione di una cultura ambientalista e di sviluppo agricolo, nella difesa dei diritti delle donne e degli anziani che sono le categorie più fragili della società.

Così come dobbiamo avere consapevolezza anche dei nostri limiti.

Nei giorni scorsi il convegno LET CUBA LIVE è stato un grande momento di incontro sulla questione dell’embargo disumano a Cuba, con esso abbiamo chiamato al dialogo diverse realtà territoriali: hanno prontamente risposto Cgil Cisl Uil, Libera, Cestrim, Arci, Anpi, Unicef e diverse altre associazioni.

Abbiamo lanciato un ponte tra noi e le realtà locali; molti lo hanno attraversato ma non hanno trovato i Circoli Acli.

È proprio sul farsi trovare che bisogna interrogarsi. In quella occasione è partita dalle Acli di Potenza dal Vice Presidente Nazionale Acli Antonio Russo, la proposta di formare un cartello nazionale unico di associazioni per chiedere unilateralmente al Governo italiano di essere il primo Paese della U.E. a chiedere la fine dell’embargo a Cuba.

È una iniziativa che ci riempie di orgoglio e ci vedrà protagonisti nel territorio.

Dobbiamo avere consapevolezza di essere nel nostro territorio una preziosa risorsa associativa.

Non possiamo fermarci all’esistere ma dobbiamo essere motori di socialità e diventare sempre più punto di riferimento nel tessuto associativo, proprio ora che la politica dei partiti segna una preoccupante crisi di credibilità.

Viviamo in un territorio che non è solo un’entità geografica ma soprattutto una comunità che vive del suo patrimonio materiale con colture agricole meravigliose, con ricchezze petrolifere, città storiche palazzi e castelli, siti archeologici e beni artistici, ma anche del suo ricco patrimonio immateriale fatto di storie di abitudini di linguaggi di tradizioni di costumi di idee.

Sono valori che vanno promossi anche dalle realtà di base del nostro Movimento.

La maledetta pandemia ha fermato tutto ma qualche cosa ce l’ha pure insegnato.

Abbiamo imparato bene che da una crisi si esce insieme, che l’uno ha bisogno dell’altro; quanto valore ha la comunicazione; quanto sia importante il lavoro del volontariato e del Terzo Settore.

Mi sbaglierò ma ho impressione che nella geopolitica abbiamo pure imparato che la democrazia non si esporta con le guerre.

Ora ripartiamo mettendo mano a una rigenerazione in socialità.

Sia proprio rigenerare il verbo da coniugare nelle attività.

Rigenerare vuol dire recuperare in socialità, che è stata la maggiore vittima della pandemia; migliorare l’ascolto del territorio; rilanciare un ponte di dialogo e di raccordo con le realtà locali; rivitalizzare l’identità di movimento ecclesiale in un rapporto autonomo e intelligente con la chiesa locale.

E sulla rigenerazione voglio riportare un detto degli indigeni caboco dell’Amazzonia:

Guarda la crisalide, non gli basta esistere ma si rigenera a miglior vita diventando una farfalla.


✅ Questa canzone, “Dove vola l’avvoltoio?scritta da Italo Calvino insieme ai Cantacronache, un po’ pessimistica, sembra descrivere il clima italiano di un dopoguerra che non finisce mai.

Un testo antimilitarista e pacifista, scritta nel 1958 in piena Guerra Fredda e in un’Italia ormai piccolo borghese e bigotta.
Per capire il clima di quegli anni è sufficiente ricordare che il Sant’Uffizio ha bloccato la pubblicazione del libro
“Esperienze Pastorali” di don Lorenzo Milani e la Democrazia Cristiana si prepara a governare per i successivi 30 anni.

Il testo di “Dove vola l’avvoltoio” non ha solo forti richiami pacifisti ma contiene alcune immagini che denunciano la mala politica, cifra del tradimento delle promesse della Resistenza.

? Dove vola l’avvoltoio di Italo Calvino (testo)

Un giorno nel mondo
finita fu l’ultima guerra,
il cupo cannone si tacque
e più non sparò,
e privo del tristo suo cibo
dall’arida terra,
un branco di neri avvoltoi
si levò.

Dove vola l’avvoltoio?
avvoltoio vola via,
vola via dalla terra mia,
che è la terra dell’amor.

L’avvoltoio andò dal fiume
ed il fiume disse: “No,
avvoltoio vola via,
avvoltoio vola via.
Nella limpida corrente
ora scendon carpe e trote
non più i corpi dei soldati
che la fanno insanguinar”.

Dove vola l’avvoltoio…

L’avvoltoio andò dal bosco
ed il bosco disse: “No
avvoltoio vola via,
avvoltoio vola via.
Tra le foglie in mezzo ai rami
passan sol raggi di sole,
gli scoiattoli e le rane
non più i colpi del fucil”.

Dove vola l’avvoltoio…

L’avvoltoio andò dall’eco
e anche l’eco disse “No
avvoltoio vola via,
avvoltoio vola via.
Sono canti che io porto
sono i tonfi delle zappe,
girotondi e ninnenanne,
non più il rombo del cannon”.

Dove vola l’avvoltoio…

L’avvoltoio andò ai tedeschi
e i tedeschi disse: “No
avvoltoio vola via,
avvoltoio vola via.
Non vogliam mangiar più fango,
odio e piombo nelle guerre,
pane e case in terra altrui
non vogliamo più rubar”.

Dove vola l’avvoltoio…

L’avvoltoio andò alla madre
e la madre disse: “No
avvoltoio vola via,
avvoltoio vola via.
I miei figli li dò solo
a una bella fidanzata
che li porti nel suo letto
non li mando più a ammazzar”

Dove vola l’avvoltoio…

L’avvoltoio andò all’uranio
e l’uranio disse: “No,
avvoltoio vola via,
avvoltoio vola via.
La mia forza nucleare
farà andare sulla Luna,
non deflagrerà infuocata
distruggendo le città”.

Dove vola l’avvoltoio…

Ma chi delle guerre quel giorno
aveva il rimpianto
in un luogo deserto a complotto
si radunò
e vide nel cielo arrivare
girando quel branco
e scendere scendere finché
qualcuno gridò:

Dove vola l’avvoltoio?
avvoltoio vola via,
vola via dalla testa mia…
ma il rapace li sbranò.

BUONA VISIONE E BUON ASCOLTO CON I TAMBURI DEI BRIGANTI 
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SOCIAL… MENTE di Lanfranco Norcini Pala 


COME SI FORMANO LE IDEE E L’OPINIONE PUBBLICA, TRA RETE E SOCIAL

“Se l’uomo che ragiona incontra l’uomo con in testa uno slogan …
una lettura istruttiva … per non cadere nella rete”

Presentazione del libro “SOCIAL… MENTE” di Lanfranco Norcini Pala VIDEO 01

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Presentazione del libro “SOCIAL… MENTE” di Lanfranco Norcini Pala VIDEO 02

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GALLERIA FOTOGRAFICA 

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