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POTENZA, GONZALES E PETROSINO AL RIESAME GLI AVVOCATI LI CHIAMANO FUORI DALLE ACCUSE

L’operazione Big Brother in fase cautelare. Esaminate le posizioni dei presunti responsabili del traffico di droga

POTENZA. Prosegue la fase cautelare del procedimento così detto ‘Big Brother’ a carico di un gruppo malavitoso operante tra Sala Consilina e Polla e sgominato dal Procuratore Capo della Repubblica del Tribunale di Potenza Francesco Curcio e dal Sostituto della Dda Vincenzo Montemurro.
Le ordinanze di misura cautelare emesse dal Gip Salvatore Pignata ed eseguite dai carabinieri del Comando Provinciale di Salerno, del Reparto Operativo e della Compagnia di Sala Consilina sono state diciannove, di cui nove associate a vari penitenziari e dieci ai domiciliari. In sei hanno invece ricevuto il provvedimento di presentazione all’autorità giudiziaria.
Secondo le accuse mosse dai magistrati potentini, in quell’area operavano due sodalizi distinti ma gestiti dagli stessi capi, dediti allo spaccio di droga. Alla testa del gruppo criminale Pietro Paladino e la sua compagna Gerarda Soccodato che sarebbero stati, secondo le accuse, i promotori del sodalizio. Ruolo predominante e verticistico, pur se con mansioni diverse ma comunque operative, secondo gli inquirenti lo avrebbero avuto il napoletano Marco Gonzales che riforniva il Vallo di Diano prevalentemente di cocaina e Vincenzo Petrosino, un imprenditore molto facoltoso ed incensurato capace però di rifornire costantemente il Vallo di almeno un chilo di marijuana e hashish con ogni carico.
Dopo gli interrogatori di garanzia della scorsa settimana in cui tutti gli indagati si sono dichiarati estranei ai fatti contestati, è stata la volta del Riesame in cui gli avvocati difensori hanno cercato di far valere le loro tesi, sostenendo che «le imputazioni nei confronti degli indagati siano del tutto infondate e fumose». Questo è emerso sostanzialmente anche per quanto riguarda le posizioni di Petrosino e Gonzales su cui ora ci si dovrà pronunciare.
Stando a quanto accertato dagli inquirenti, a Polla e Sala Consilina lo smercio di droghe pesanti e leggere avveniva in maniera molto meticolosa, con estrema cautela per non farsi intercettare dalle forze dell’ordine. Sede di stoccaggio dello stupefacente erano sia il bar Monique di proprietà della Socodato, sia il Residence Athèna che è risultato nelle disponibilità di Paladino. Lo spaccio, sempre in aree isolate nel tratto compreso tra i due comuni e con una codicistica particolare: i grammi di droga erano indicati con i numeri di maglia dei giocatori delle squadre di calcio. Se ad esempio di aveva bisogno di 7 grammi di coca, bastava indicare Ronaldo, per dieci grammi veniva tirato in ballo Dybala e così via discorrendo. I gran di calcio, inconsapevolmente associati alle malefatte criminali di un gruppo ben circostanziato. A Sala Consilina, invece, la situazione era ben più complessa: numerosi giovani e giovanissimi, anche incensurati, erano al ser-vizio della malavita ed utilizzati come piccoli spacciatori al dettaglio. Stando a quando dichiarato dagli inquirenti, avevano ridotto il centro storico della cittadina vallese ad una roccaforte in cui il crimine la faceva da padrone. La droga veniva occultata negli anfratti e nelle intercapedini dei muri mentre un esercito di ‘sentinelle’ avvisava i sodali dell’arrivo delle forze dell’ordine. Un’indagine difficile e complessa che però ha portato a schiacciare la testa del vel-noso serpente che inondava di droga il Vallo di Diano.

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