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TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE ALL’OMBRA DEL SANTAVENERE

Ecco le intercettazioni che Cronache ha letto in esclusiva e che hanno portato a perquisizioni e sequestri. Un affaire da 40milioni

ARCURI, LO STUDIO ALPA E L’EX PREMIER CONTE

Dall’importante avvocato lucano di Lauria, Gianluca Esposito del Foro di Lagonegro, che, come da tabulati telefonici, aveva «contatti frequentissimi» sia con l’ex Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, che con Luca Di Donna, ex socio, lavoravano insieme nello studio Alpa, dell’ex presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, all’Hotel Santavenere di Maratea: c’è pezzo bello grande di Basilicata nell’inchiesta della Procura di Roma che spazia dall’associazione a delinquere al traffico di influenze illecite.

CRONACHE AVEVA SENTITO PUZZA DI BRUCIATO

Cronache Lucane a giugno, nonostante le minacce legali dello studio di Cesare Previti, s’è a più riprese occupata dello scempio ambientale del “Carrubo” al Santavenere sul quale è intervenuta la Procura di Lagonegro sequestrando l’area, ma sbirciando dalla lente investigativa dei Pm Gennaro Varone e Fabrizio Tucci, il malaffare, così come descritto dall’accusa, s’ingrossa.
La vicenda è molto più ampia e complessa, intrecciandosi, tra l’altro, con indagini la cui genesi va fatta coincidere con la presentazione spontanea dagli inquirenti di un imprenditore a cui, dalla struttura commissariale per l’emergenza Covid, era stata revocata una commessa per la fornitura di mascherine chirurgiche.
Fatti “freschi”, recenti e che gettano un pesante allarme sull’imminente futuro, dato che parte della “combriccola” già puntava al prossimo arrivo di in-genti finanziamenti per il Pnrr, lasciandosi andare a commenti «sul fatto che gran parte di questi soldi verranno bruciati mediante operazioni quali quella dei tamponi israeliani e che saranno di appannaggio di intermediari» noti al gruppo. Ma questa è una delle tante storie dell’inchiesta penale.

LE INTERCETTAZIONI CHE HANNO PORTATO A PERQUISIZIONI E SEQUESTRI

Di fatto, la Procura di Roma ha delegato i Carabinieri a perquisire, ai fini del sequestro di materiale probatorio, anche lo studio legale dell’avvocato lucano Esposito che per intascare illegittime, per l’accusa, utilità «sfruttava le sue relazioni personali con pubblici ufficiali incardinati presso Invitalia, che agiva per conto del Ministero dello sviluppo economico, dove in precedenza Esposito aveva ricoperto incarichi dirigenziali». Quello stesso studio lega-le dell’avvocato lucano dove Esposito, con l’avvocato Di Donna ha ricevuto, il 30 aprile 2020, l’imprenditore che ha poi fornito l’input investigativo. Nel sottolineare «la vicinanza con ambienti istituzionali governativi», i due avvocati «si sono accred-tati come intermediari in grado di garantire all’imprenditore affidamenti diretti da parte della Struttura commissariale».
Chi si affidava ad Esposito, in estrema semplificazione, secondo gli inquirenti, poteva dormire sogni tranquilli sul buon esito «in favore degli interessi» desiderati.
Soltanto che il lavoro di Esposito, o meglio la «consulenza» e la «mediazione illecita siccome oc-culta e fondata su relazioni personali con pubblici ufficiali», pezzi grossi anche della Guardia di Finanza, non veniva svolto per amor di patria: costava tanto quanto costa una «remunerazione indebita». Come scrivono gli inquirenti: «Un privilegio di accesso, superando il filtro delle pari opportunità, attraverso il corridoio segr-to del rapporto speciale». È uno spaccato dell’Italia del “pure io tengo famiglia”. E il caso Santavenere è indicativo, come si comprenderà, anche in questo senso.
I soldi in ballo, erano tanti, anzi tantissimi: milioni di euro, un fiume di milioni di euro.
Plurime le vicende attenzionate, ma, come nel caso dell’Hotel Santavenere, il modus operandi è pressocché identico e soltanto re-plicato su più fronti: dal Covid al mattone e via discorrendo.

30-40 MILIONI PER RISTRUTTURAZIONI: LA PISTA SANTAVENERE

Tra gli indagati, per ora 13, anche il potentino Claudio Calza, nato nel capoluogo nel maggio del ‘62. Oltre ad Esposito, gli altri protagonisti dell’affaire Santavenere a Maratea sono: l’enfant prodige Paolo Barletta (classe 1986) e Nicola Adile Diego Vacca. Per introdurre Paolo Barletta, agevole il ricorso alla presentazione che lui stesso ha fornito in una delle risposte a Cronache Lucane che ha sollevato il caso del Carrubo: «Il Santavenere di Maratea è uno dei molti progetti del Gruppo da me guidato». E, infatti, così lo inquadrano gli inquirenti capitolini: «Paolo Barletta, dominus e proprietario delle società del Gruppo Barletta SpA (tra le quali, Forus Holding Srl, SH1, Splendida Cortina Srl)». Nicola Vacca, indagato proprio in qualità di amministratore unico della Splendida Cortina Srl.
Mentre il potentino Claudia Calza, «uomo di fiducia e consulente con il Vacca di Paolo Barletta». Questi i personaggi a muoversi sul “palco” della Perla del Tirreno.
Lungo il “canovaccio”, nell’inchiesta romana i telefoni, ma non solo quelli, parlano, o meglio le persone, gli indagati, si raccontano al cellulare. Meglio utilizzare un supporto visivo. Dunque, la fotografia scattata dalla Procura di Roma è la seguente. L’avvocato di Lauria, Esposito, «sfruttando» le «sue relazioni personali con pubblici ufficiali», quel noto «corridoio segreto», si faceva promettere, da Vacca e dal braccio destro di Barletta, Calza, «utilità sotto forma di contratto di consulenza quale remunerazione della sua mediazione indebita e occulta». Mediazione indebita e occulta, perchè, tra i vari motivi, «svolta al di fuori da un ruolo istituzionale» e all’interno del «corridoio segreto». Invitalia aveva ed ha una cassaforte ed Esposito sapeva e sa chi conosce la combinazione per aprirla. È un qualcosa che in certi “mercati neri” vale molto. Nel caso lucano, il fine della «mediazione indebita e occulta», era «favorire» il finanziamento di Invitalia pari a circa 30-40 milioni di euro da far finire nelle casse delle «società del gruppo Barletta per la ristrutturazione di una struttura alberghiera: Hotel Santavenere nel comune di Maratea ed un’altra struttura in corso d’identificazione». Il prezzo per l’abracadabra, questo: 60mila euro all’atto dell’incarico e altri 300mila euro «almeno» mediante conferimento dell’incarico progettuale dell’opera al fratello architetto dell’Esposito. Non è tutto, perchè queste, se così si possono definire, sono sol-tanto le “briciole”. Per Esposito anche la promessa di 1milione e 500mila euro ad affare concluso con Invitalia.
Inchiesta magmatica, la foto appena descritta è di ieri: aprile 2021.

MA I BARLETTA RISCHIAVANO CON MACCHIA DI RIMANERE FUORI COMUNQUE

Ma l’affare tra la Fintour dell’avvocato Carnevale e il Gruppo Barletta aveva avuto – già prima delle inchiesta di queste ore – una battuta d’arresto importante. Complici le voci che giravano sull’affaire e il sequestro del “Carrubo”, il gruppo romano non avrebbe corrisposto almeno una rata del pagamento della gestione.
Pagamento che una volta finito parrebbe dovesse es-sere imputato a prezzo d’acquisto.
Pare però che questa rata (o rate) saltata abbia consentito a Carnevale di liberarsi dall’impegno della vendita ai Barletta. E così Carnevale avrebbe subito trovato (quanta celerità per un affare così grande) un nuovo acquirente: Donato Macchia. Patron del gruppo che si occupa di energia alternativa e dell’edizione del quotidiano locale “La Nuova”.
Pare che l’operazione sia stata seguita da un altro noto avvocato lucano, ai vertici di un Ente sub-regionale. Così Macchia dovrebbe aver acquisito la proprietà della struttura, fermo restando il dover vedere come gestire il rapporto con i Barletta che se pur avrebbero perso la titolarità (ma questa è vicenda che si dirimerà solo nei tribunali civili), resterebbero (pare per 18 anni) i gestori della struttura. Una operazione che però, visti gli accadimenti delle ultime ore, bisognerà capire come si evolverà.

GLI INDAGATI

DI DONNA  Luca (1979) ESPOSITO Gianluca Carmelo Maria (1971) CAIROLI Raul (1970) BARLUSCONI Monica Francesca (1973)
DE LUCA Valerio (1971) GRAGNANIELLO Lorenzo (1957) STEINHAUS Roberto (1969) SPADACCIOLI Daniele (1967) SPADACCIOLI Marco (1964) VACCA Nicola Adile Diego (1980) BARLETTA Paolo (1986) CALZA Claudio (1962) ABET Pierpaolo (1971)

 

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