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SE IL PD LUCANO È UN PARTITO CON LE PORTE BLINDATE

Lettere lucane

Molti esperti di politica lucana sostengono che alle prossime elezioni regionali rivincerà il centrodestra. Non tanto per qualche particolare merito, ma per una totale implosione politica e strategica del centrosinistra. Le ultime elezioni comunali lo hanno confermato. Il Pd in Basilicata è ormai un partito-fantasma, una pistola scarica contesa da una piccola oligarchia che ha come unico obiettivo controllare la filiera degli organigrammi futuri. Anche un solo scranno va bene, purché nessuna nuova energia entri nel Pd. E’ questo che ha portato il dinamico Mario Polese di Italia Viva e mettere in campo una strategia temeraria, ovvero appoggiare alcune liste civiche di orientamento di centrodestra – vincendo, tra l’altro. E il Pd? Tace – o parla, addirittura, di “ripresa” – come denuncia Vito Santarsiero. Le classi dirigenti lucane hanno ormai pochi e specifici interessi: accreditarsi con Letta per decidere chi tornerà in Parlamento, e tenere chiuse le porte del partito per non far entrare nessun “concorrente”. Questo stato di fatto ha portato Italia Viva alla disperazione, preferendo immaginare un campo largo moderato e riformista aperto alle forze centriste del centrodestra. Del M5S so poco, perché è un partito schizofrenico, che oscilla tra poco credibili rigurgiti anti-sistema e molte furbizie contiane. Con un simile quadro diventa difficile immaginare un’alternativa a questo centrodestra improvvisato e inadeguato. E Roberto Speranza? Come mai un ministro politico come lui, segretario di un partito di sinistra, tace? Oppure pensa di essere un ministro tecnico? Cosa debbono fare a questo punto i riformisti? Farsi schiacciare dai giochi di potere del Pd e di Leu, oppure dialogare con chi ha culture politiche populiste e un po’ raffazzonate? Il quadro può sbloccarlo soltanto il Pd. Ma ci vorrebbe il lanciafiamme, per aprire le sue porte blindate.

diconsoli@lecronache.info

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