POTENZA. La situazione è sempre più preoccupante e sono mesi che da più parti si tenta di sollevare il problema. Le casse dell’Acta, la municipalizzata del Comune di Potenza che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, sono in rosso. L’azienda come viene de-nunciato dai sindacati «è in default e continua a navigare a vista». Se infatti la grana degli stipendi arretrati dei lavoratori Acta sembra essere stata risolta, almeno per questo mese anche se già il prossimo è in bilico, quella dei debiti nei confronti delle ditte che prestano servizio per la municipalizzata sembra invece insormontabile. I debiti accumulati dall’Acta in realtà non sono un problema solo per la municipalizzati ma a cascata si riversano su tutte queste aziende esterne che gravitano intorno ad essa. Oltre a circa 2000 lavoratori sul piede di guerra.
Si tratta di debiti con aziende tipo Ageco, Pellicano Verde, Caivano e co-sì via che spaziano dal milione di euro fino ai quattro-cinque. Somme considerevoli se si pensa che queste aziende a loro volta vantando crediti nei con-fronti dell’Acta non riescono a gestire le spese per i servizi che gli vengono richiesti, riscontrando anche loro difficoltà enormi nel pagare gli stipendi ai loro stessi dipendenti. Le criticità rimaste irrisolte sono molteplici e i sindacati ancora una volta denunciano l’assenza di una programmazione lungimirante che crea, di nuovo, problemi: è probabile che presto in città si debba tornare a vedere i cassonetti stracolmi. Una situazione da non sottovalutare. Sono già diverse le segnalazioni giunte anche alla redazione di cittadini che non avrebbero potuto conferire materiale all’isola ecologia dell’Acta. Gli operatori dell’azienda avrebbero infatti detto a molti di essere “invasi” dai rifiuti e di non potersi permettere di smaltire ulteriore materiale perchè le aziende esterne non raccolgono con la stessa frequenza di prima. Un problema questo che non darebbe sottovalutato, anzi. In questo modo si invogliano i cittadini a non effettuare uno smaltimento corretto. Se viene “negato” l’accesso all’isola ecologica il cittadino che abbandona il rifiuto speciale medio grande dinanzi i semplici cassonetti, perchè ovviamente impossibilitato di tenerlo a casa come giusto che sia, amplifica il problema della raccolta. Per rimuovere quel rifiuto l’Acta è costretta a sostenere un maggior costo.
Dal Comune servirebbe uno scatto di remi. I sindacati da tempo denuncia-no le responsabilità dell’amministrazione comunale che dovrebbe «retribuire l’Acta in maniera adeguata». Infatti la responsabilità non sarebbe tutta in campo all’amministratore unico Naborre ma è anche del Comune. Da tempo l’Au avrebbe fatto sapere di aver presentato un piano di riequilibrio al socio e cioè il Comune di Potenza che però deve es-sere ancora approvato. E i tempi non sembrano poi essere così brevi.
La mancanza di liquidità dell’Acta è dovuta anche alla mancata riscossione delle tasse non pagate dai contribuenti: all’appello mancherebbero all’incirca 13 milioni di euro. Oltre ai pagamenti non pagati ne-gli ultimi anni dai contribuenti, si parla di un pregresso che fa data dal 2008. In più negli ultimi due anni 2020-2021 non sarebbero ancora state inviate le lettere per per i pagamenti della Taric.
La Taric, che è la tassa che dovrebbe portare liquidità all’Acta, non entra nelle casse dell’Azienda da circa due anni facendo così segnare sempre più il segno rosso nelle casse. Di conseguenza i soldi che il Comune di Potenza ha assegnato alla società non sono bastati per tutti i co-sti derivanti dal funziona-mento del sistema di raccolta e smaltimento rifiuti. Motivo che ha portato a rallentare la raccolta ed aumentare i rifiuti da smalti-re tanto in città quanto nel-le isole ecologiche.
La grave crisi in cui versa l’Acta ha infiammato anche l’ultimo Consiglio comunale. Le differenti prese di posizione all’interno della stessa maggioranza, guidata dal sindaco leghista Guarente, da tempo si ripercuotono anche sul cattivo funzionamento dell’Azienda per i rifiuti. Un problema quindi non solo economico-finanziario ma anche politico. La mancata voglia della maggioranza di trovare un piano di rientro per l’Acta, casomai anche facendosi carico della richiesta di un prestito per poter risanare almeno in parte le casse della municipalizzata, rischia di paralizzare uno dei settori fondamentali per la tenuta cittadina. Sulla raccolta e lo smalti-mento dei rifiuti, oltre a in-vocare l’inciviltà dei cittadini, è forse l’ora che la maggioranza si interroghi sull’importante ruolo che riveste: amministrare una città.

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