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«L’AUSPICIO È CHE TUTTI E TUTTE METTANO IN ATTO LA NECESSARIA SENSIBILITÀ PARITARIA»

Sulle Giunte comunali il monito ai neo sindaci lucani dalla consigliera regionale di Parità, Pipponzi

Dalla consigliera regionale di Parità, Ivana Pipponzi, l’augurio di buon lavoro a tutti i neo sindaci lucani, e in modo «speciale alle neo sindache Mariangela Coringrato, Tania Gioia e Fiorella Pompa e alle consigliere comunali elette in numero sempre più crescente, auspicando che tutti e tutte mettano in atto, in primo luogo, la necessaria sensibilità paritaria». Non è terminata con il voto di domenica e lunedì, la vigilanza della consigliera regionale di Parità, sulle amministrative lucane: appena saranno varate, ci sarà da controllare chi siano i componenti delle Giunte comunali di quei centri cit-adini, 26, interessati dalla tornata elettorale.
Ogni sindaco, in linea generica, dovrebbe garantire che nella formazione dell’esecutivo non eccedano il 60% del totale, quelli dello stesso sesso, maschile o femminile che sia.
A questo proposito, in qualità di Autorità garante della parità e delle pari opportunità e nell’ambito della sua attività di vigilanza e controllo, la consigliera Pipponzi ha inoltrato, come di consueto, una nota a tutti i sindaci eletti in questa tornata evidenziando le regole da seguire per una corretta composizione delle giunte. «La mancata rappresentanza di genere – ha aggiunto Pipponzi – vulnera grandemente il principio della democrazia paritaria che postula l’imprescindibile necessità dell’apporto congiunto, di intelligenza come di sensibilità, di competenza e di visione del mondo, che solo l’armonica compresenza di uomini e donne può conferire al corretto esercizio dell’attività amministrativa». Come anticipato, in ambito parità di genere, rimane aperta la questione delle Giunte comunali.
Per i Comuni con popolazione inferiore a 3mila ab-tanti, come spiegato anche nella nota inviata da Pipponzi ai sindaci, valgono le norme che prevedono che sia garantita la rappresentanza di genere nelle giunte, negli organi collegiali del Comune e negli Enti e organismi da esso dipendente e che il sindaco debba garantire la presenza di ambo i sessi all’interno della Giunta comunale.
«Non specificando la quota di genere che deve essere assicurata, ne consegue che le regole che prevedono deve essere garantita la presenza del sesso meno rappresentato in misura non inferiore al 40 per cento dei componenti dell’organo collegiali – ha ribadito la consigliera regionale di Parità – non è vincolante per gli Enti territoriali con popolazione inferiore ai 3mila abitanti. Nono-stante ciò, il sindaco che ritenga di derogare al principio della pari rappresentatività è tenuto a motivare congruamente sull’impossibilità di rispettarlo, relazionando e documentando sull’attività istruttoria svolta. Peraltro, in alcuni casi lo Statuto comunale prevede anche la possibilità di attingere a un assessore esterno. In questo caso è obbligatorio effettuare un pubblico interpello rivolto al genere meno rappresentato, per richiedere in forma pubblica la disponibilità a comporre la giunta stessa, come stabilito dal Tar Basilicata nel 2018 che ha annullato la delibera sindacale di un Comune lucano con meno di 3mila abitanti». Quanto ai Comuni con oltre 3.000 abitanti è previsto che nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento con arrotondamento aritmetico. «Ovviamente anche per queste amministrazioni comunali – ha concluso la consigliera regionale di Parità, Ivana Pipponzi – vale la regola della necessità di documentare l’istruttoria messa in campo per garantire la rappresentanza di genere».

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