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FONDI PER ELIMINARE L’AMIANTO IN BASILICATA

Previsto un milione e mezzo in due anni con contributi di 5mila euro a intervento, pari al 60% della spesa

Un milione e mezzo per eliminare l’amianto dalle abitazioni. E’ il senso di un avviso pubblico che per la prima volta concede in Basilicata contributi fino ad un massimo di cinquemila euro per rimuovere e smaltire l’amianto da fabbricati, edifici, attività artigianali e da aree private. Per le domande c’è tempo fino al 2 novembre. Il contributo economico coprirà il 60 % della spesa sostenuta. La regione Basilicata, ed il Dipartimento Ambiente, si impegnano dunque a far risanare aree a rischio inserendo i contributi nell’ambito del programma “Liberi dall’Amianto”, che sottrae all’abbandono i rifiuti contenenti questa pericolosa sostanza e migliora la percezione del rischio nella collettività. Ora i cittadini lucani possono contare su un programma pluriennale, considerato che il governo regionale ha reso disponibili 750 mila euro per l’anno in corso e pari importo per il 2022. La legge regionale di riferimento, la numero 42 del 2015 per anni è stata ignorata anche con il precedente Piano contro l’amianto che risale al 2016. Per l’assessore Gianni Rosa l’obbiettivo di ‘pulizia’ dal materiale tossico deve essere raggiunto in tempi celeri e non nelle previsioni ottantennali indicate dalle norme. L’amianto, bandito nelle costruzioni da tempo, è particolarmente pericoloso per la capacità di contaminare il suolo, l’acqua e l’aria che respiriamo, anche a grande distanza. La difficoltà dello smaltimento favorisce l’abbandono dei rifiuti in aree non idonee. Rosa anticipa che ci saranno anche azioni mirate a mappare tutto il territorio regionale per intervenire nelle situazioni a rischio e mettere in sicurezza le aree contaminate. Amianto è presente ancora oggi in Basilicata in particolare nel settore edile con coperture, canne fumarie, serbatoi e condotte in cui il materiale è sia in matrice compatta che friabile. Le azioni sottese al programma “Liberi dall’Amianto” sono finalizzate a ridurre drasticamente le quantità di materiali contenenti amianto, il numero dei soggetti potenzialmente esposti e tra questi quelli maggiormente vulnerabili, la durata dell’esposizione e i tempi di realizzazione della bonifica di siti a contaminazione storica.

 

 

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