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I «PROSSIMI GIORNI» DI BARDI: ATTESE LE NOMINE DEI NUOVI DG

Dai social annuncia «segnali di cambiamento»: forse si è ricordato della “Pieni Poteri” e degli Uffici regionali in panne

Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, vuole continuare a dormire altri 5 minuti. È un continuo, dall’inizio dell’attuale legislatura e sulle più svariate tematiche, di «a breve» e «nei prossimi giorni». Solitamente non succede nulla e quanto accade, perchè inevitabilmente ineludibile, ciò che avviene fa registrare ampi ritardi.
Il governatore appare sempre più sfera fuori controllo tra due poli ai quali si può assegnare una denominazione coincidente con massime popolari: il domani è il giorno che non arriva mai e un pesce non può arrampicarsi sugli alberi.
Che poi sia stato un militare di alto grado, poco conta ai fini del mandato elettorale, anzi, nulla proprio ha a che fare.
Sarebbe assurdo se per la capacità politica campasse di rendita per il titolo di Generale della Guardia di Finanza.
Giocando a fare il Napolitano, nell’ultimo Consiglio regionale, tanto si sa quanto valgono certe chiacchiere in determinate Aule, il governatore Bardi ha fatto anche uso del termine «stucchevole»: «Questa stucchevole gara di lucanità mi sa che non conviene ai troppi che pontificano sul tema». Però quando conviene, la gara di lucanità è ben accetta. Peccato, però, che il socio di maggioranza della coalizione governativa regionale, la Lega, è campione pluridecorato nella tipologia di gara stigmatizzata: a reti unificate, dal leader Salvini ripetuto senza soluzione di continuità il prima gli italiani che poi in ogni realtà territoriali si trasforma in prima i siciliani, prima i calabresi, prima i lucani e via discorrendo.
Il dramma di Bardi, o meglio uno dei drammi: non più militare, è in pensione, non ancora un politico, benchè eletto.
Come da incarnazione del progetto di invisibilità, ai social ha affidato l’importante annuncio: «Nei prossimi giorni darò segnali chiari in direzione del cambiamento».
Più che il rimpasto di Giunta, da lui, nello stesso post social, rimandato a post amministrative lucane, il riferimento dovrebbe essere all’attua-zione della “Pieni Poteri” con i suoi schemi di riorganizzativi dei Dipartimenti regionali e degli uffici della Giunta.
Dalla “Pieni Poteri”, per Bardi altre lezioni politiche. Il presidente ha scoperto che la libertà ha due aspetti: c’è quella da e quella di. L’una è propedeutica all’altra, ma Bardi che in un certo senso, proprio grazie alla “Pieni Poteri”, si è liberato da certi vincoli, comunque non ha ancora la libertà di procedere.
Tanto che gli attuali Direttori generali dei Dipartimenti regionali, sulla carta decaduti per via della “Pieni Poteri”, nè vengono formalmente riconfermati, né sostituiti.
Forse però, stando al post social, «nei prossimi giorni». Chissà.
Anche perchè senza la nomina dei nuovi Dg, non si può procedere, a cascata dall’alto verso il basso, con il resto: posizioni organizzative e altre figure per completare gli uffici. Come in più occasioni fatto notare a Bardi, varata la “Pieni Poteri”, a questo punto l’attuazione del nuovo modello organizzativo, dato non secondario ormai a metà legislatura, è divenuta una necessità non derogabili per porre fine al ristagno dell’intera macchina amministrativa dovuto al mancato rinnovo delle strutture. Ci sarebbe anche la questione delle proroghe e delle proroghe delle proroghe, ma questa è un’al-tra vicenda ancora. Gli uffici arrancano. Per esempio il Comitato regionale per le Comunicazioni, Corecom Basilicata, dopo che una dirigente è andata in pensione, si ritrova con l’organico sacrificato attendendo di poter procedere alla sostituzione.
L’ufficio, da sottolineare che in questo periodo è particolarmente impegna-to per via delle competizioni elettorali delle amministrative lucane, si trova ad affrontare i carichi di lavoro con un presidente, Marra, factotum e la collaborazione di una sola unità.
Il Corecom è un esempio, a Bardi basterebbe un giro panoramico per via Verrastro per notare che gli Uffici sono in panne.

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