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DG AQL, IL MESSAGGIO: “ANDRETTA VEDI BARDI” L’AU NON C’È E LO STALLO SULLA NOMINA CONTINUA

Il bolognese decide di non decidere: a via Verrastro sale il nervosismo per lo spoil system finito in un collo di bottiglia

Forse, l’Amministratore unico di Acquedotto lucano, Alfonso Andretta, a luglio è stato soggiogato dalla fretta sconclusionata di agire: all’iniziale foga per il conferimento dell’incarico di Direttore generale, sta seguendo ora un anomalo stallo.
La Randstad ha portato per mano l’Au ad un passo dal traguardo, eppure Andretta il nastro di fine gara, non intende o non riesce a tagliarlo.
Eppure è già dall’Assemblea dei soci, la seduta elettiva che lo ha riguardato è del luglio scorso, che Andretta aveva reso nota la priorità, per lui, del cambio alla Direzione generale.
L’affidamento a Randstad per la selezione, che parrebbe essere costato circa50mila euro, è stato frutto anche dell’esigenza di velocizzare i tempi. Ed il privato, si è rilevato più efficiente del pubblico. L’incaglio ha coinciso con l’autonomia e la discrezionalità dell’Amministratore unico nello scegliere il candidato vincitore. L’agenzia privata non si può dire non abbia agito con celerità.
C’è stato tempo fino al 31 agosto per la presentazione delle candidature che sono state abbondantemente oltre il centinaio. In una manciata di giorni, alla prima scrematura che ha ridotto a circa 50 i papabili, ne è seguita un’altra, la definitiva, confluita nella rosa dei 5 (1 lucano, 1 pugliese, 1 laziale e 2 calabresi) consegnata nelle mani dell’Au Andretta che ha anche, da tempo, svolto i relativi colloqui. Data la mole dei candidati e il doppio vaglio già eseguito, l’Amministratore unico dovrebbe essersi trovato nelle migliori condizioni possibili per ultimare l’iter procedurale, potendo scegliere tra i candidati eccellenti dell’esercito dei concorrenti. Eppure, la brusca frenata. C’è chi a via Verrastro borbotta, tra le varie cose, che a questo punto, se Andretta aveva bisogno di procedere con più calma e lentezza, sarebbe stato meglio, forse, evitare di spendere i soldi dei contribuenti con l’affidamento della selezione a Randstand.
Più che i soldi pubblici, Acquedotto lucano in questo periodo ha varie “grane” gestionali da risolvere, come quella, per esempio, delle contestazioni su bollette e conguagli, il punto dolente sembra di altra natura: la capacità gestionale.
Con altre nomine apicali chiuse nel frattempo, lo spoil system lucano del centrodestra è andato avanti. Manca, però, uno dei tasselli principali: il Direttore generale della più grande società pubblica lucana che opera nel delicato settore dei servizi gestendo le attività inerenti il Servizio idrico integrato. La Regione insiste con l’attività di osservazione, ma dagli emissari inviati a via Pasquale Grippo, continuano ad arrivare scarni messaggi.
L’ultimo poi, ha ottenuto l’effetto di suscitare un certo sconforto nei corridoi regionali: “vedi Bardi”. In codice cifrato, il dispaccio è chiaro dato l’idealtipo incarnato dal presidente di Regione.
Non che Andretta pure si sia rifugiato a Napoli, ma non c’è: “il bianconiglio ha lasciato la tana”.
Non si sa se l’“esilio” sia stato dettato da un bisogno di isolamento, eventuali ingerenze politiche potrebbero aver pesato, o da motivazione opposta: fuga per non decidere ancora.
A via Verrastro, però, i dubbi montano: c’è una fazione che starebbe iniziando seriamente a sospettare che per quanto l’ingegnere ambientale competente in materia a livello nozionistico e di più, forse non esattamente idoneo, magari potrà diventarlo, chissà, ad amministrare un Ente pantagruelico come quello di Acquedotto lucano.

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