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CONFISCATI I PATRIMONI DELLA CRIMINALITA’

Sequestrate la “Luxury” e la ”Azienda Agricola Ofanto”. Requisito anche un bene della “Giannotti Costruzioni”

Pugno duro della Procura delle Repubblica del Tribunale di Potenza contro la criminalità. In tre distinte operazioni sono stati sequestrati beni a soggetti ritenuti vicini alla malavita. In collaborazione con Polizia e Guardia di Finanza, è stato effettuato un sequestro di prevenzione nei confronti di Michele Sarli, soggetto già noto alle forze di polizia per reati contro il patrimonio, reati ambientali, reati contro la persona, reati associativi e reati per droga. Il sequestro di prevenzione rientra nella nuova norma che permette di aggredire il patrimonio confiscandone i beni qualora siano maggiori rispetto al tenore di vita dichiarato. Sarli venne arrestato già nel maggio dello scorso anno per possesso di armi clandestine e detenzione di sostanze stupefacenti a cui ha fatto seguito la scarcerazione e la detenzione domiciliare con controllo elettronico. A dicembre scorso un ennesimo arresto, questa volta da parte dei carabinieri di Taranto sempre per detenzione di stupefacenti. Dalle investigazione disposte dalla procura antimafia, è stato possibile accertare una detenzione patrimoniale di 36mila euro su conto corrente oltre alle somme legittimamente detenute a cui si è aggiunto il possesso di una BMW X4 del valore di oltre 30 mila euro, la disponibilità di un locale adibito a deposito ed ubicato a Potenza, il 50% della quota di un terreno. Sequestrate invece interamente le quote della società “Luxury” con sede a Potenza operante nel settore del commercio al dettaglio di bigiotteria ed articoli da regalo.

La Procura ha operato anche sul versante del vulture melfese con il sequestro preventivo delle quote dell’Azienda Agricola Ofanto S.r.l., con sede in Rionero in Vulture. Il sequestro ha interessato il 70% del capitale dell’azienda operante nel settore vinicolo. La società era formalmente intestata a Ruggiero Potito e Michele Buglione ma la Gdf ha acquisito plurime e convergenti evidenze indiziarie rispetto ad una fittizia operazione di intestazione delle quote della società agricola precedentemente intestate a Irma Bafunno e Annamaria Buglione. Si è quindi accertato che tali soggetti altro non erano che prestanomi e che il vero dominus era Pasquale Bafunno, commercialista lucano residente in Piemonte e molto vicino ad esponenti delle ‘ndrine calabresi ed in particolare alla famiglia degli Ietto operanti proprio in Piemonte. Bafunno era stato raggiunto in passato da misure cautelari nell’ambito di una inchiesta della DDA piemontese che lo aveva collocato proprio nei meandri della cosca. Il volume d’affari dell’azienda era di centinaia di migliaia di euro.

L’ultima attività ha invece riguardato il sequestro preventivo del capitale e di un immobile del valore di 700mila euro nei confronti di tre imprenditori edili accusati di aver distratto il patrimonio aziendale dichiarando il fallimento della Giannotti Costruzioni Srl con sede nella zona industriale di Tito. I tre indagati per bancarotta fraudolenta, sono i fratelli Rocco, Antonio e Angelo Giannotti che avrebbero incassato (spesso in contante) cospicue somme di denaro da privati allettati dalle offerte vantaggiose per l’acquisto di unità abitative in costruzione o da realizzare. Gli ignari cittadini comperavano su carta ma fondamentalmente non c’era nulla da acquistare perché le case materialmente non sarebbero mai state realizzate.

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