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DIMISSIONI CUPPARO, BARDI L’ALZABANDIERA E IL GIOCO DEL SILENZIO: TACE, GLI ASSESSORI PURE

Bocche cucite in Regione, neanche i formali ringraziamenti per il lavoro svolto: la Giunta va avanti come se nulla fosse

La lama della Giunta regionale ha perso il suo filo e nel non capire, i suoi componenti continuano a preferire il silenzio. Del resto, si dice, quando entrambi sono muti, è difficile distinguere un saggio da uno stolto.
Cupparo, per la seconda volta nello stesso anno, ha rassegnato le dimissioni, questa volta «irrevocabili», quelle di gennaio chissà erano provvisorie, ma dal presidente Bardi in giù, neanche un commento, né una spiegazione né tantomeno i ringraziamenti formali per il lavoro svolto.
Ognuno continua a curarsi del proprio o, al limite, come ha fatto l’assessore all’Agricoltura Fanelli, chissà se ora dopo la poltrona vuota lanciato, per connessioni familiari, verso le Attività produttive, come da foto rigorosamente social, va in un giardino pubblico «con i bambini».
Eppure, come dimostrano i tanti esempi di sistematica convergenza offerti dall’attuale legislatura regionale, l’ipotesi di una realtà di frammentate coincidenze, composta, pertanto, da tanti episodi non solo differenti, ma distanziati in modo tali da essere reciprocamente indipendenti, della legge della casualità non ha neanche i requisiti minimi. Se Bardi non parla, tutti tacciono: la “Pieni Poteri” è un concetto per gli assessori regionali che va oltre il contesto normativo e organizzativo che delinea. Meglio, per la Giunta, spostare l’accento alla cornice del conflitto che non al centro del quadro. Forse, con generosa concessione del beneficio del dubbio, non soltanto di conflitti politici di maggioranza si tratta. A parte certa scaltrezze, finora al boom di voti incassati con le regionali del 2019 non è seguito pari exploit di competenza.
In un clima nebuloso, co-stellato anche da inchieste giudiziarie in corso, sia le dimissioni di un assessore regionale con una delega importante come quel-la delle Attività produttive, sia l’assenza, in merito, di una comunicazione ufficiale da parte della Giunta e del suo presidente, non rappresentano elementi di normalità. Non è un silenzio di calma. Persino, è avvenuta poche ore prima l’annuncio di Cupparo delle sue dimissioni, la nomina del Direttore generale dell’Arlab, dopo quasi 2 anni di Commissariamento, è passata come sotto silenzio data la gelida comunicazione di rimando a un « pubblicato il Bur numero71».
Quasi fosse un bollettino militare o una comunicazione da caserma. Meglio, almeno per Bardi e assessori, così. Dopo l’atipica vicenda dei 2 Avvisi pubblici per l’individuazione della figura apicale dell’Agenzia regionale del lavoro e apprendimento, probabilmente più conveniente il tipo di informazione adottato.
La Regione è cosa loro. Al di fuori del perimetro di via Verrastro, però, sembra aumentare la disaffezione verso quanto accade ai “piani alti”. Del disinteresse dei cittadini, a Bardi non interessa, poichè lui trovatosi presidente per caso, ma non a sua insaputa, o tornerà nella sua Napoli, vedi gli investimenti immobiliari, o comunque non continuerà la carriera politica in regione. Gli altri, però, così continuando, allo stato attuale delle cose, non possono non essere destinati ad affondare con la “Pieni Poteri”: in caso di ricandidatura, quella che si verificherà, si pro-fila, al momento, come nella migliore delle ipotesi, ad una conta dei superstiti.

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